front4537795di Fabrizio Starace, Direttore DSM-DP Modena

Il monitoraggio dei ricoveri per TSO su base regionale consente di verificare la coerenza delle politiche e delle prassi assistenziali locali con i principi della legge di riforma psichiatrica, in particolare con le azioni poste in essere per dotare i Servizi Territoriali di idonee misure sanitarie extraospedaliere e per promuovere l’adesione volontaria ai trattamenti.

Un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) è sempre un’esperienza drammatica per chi la subisce e spesso anche per chi la pratica. Se si considera che una delle tre condizioni per cui una persona può essere privata della libertà e ricoverata coattivamente è che “non vi siano le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere” (art 34, L.833/78), si comprende perché il TSO sia considerato “una misura indiretta di efficacia dei programmi riabilitativi messi a punto dai DSM” (Ministero Salute, 2007).

Appare evidente, infatti, che la possibilità di attivare “tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere” dipende dall’organizzazione dei Servizi e dalla presenza o meno di adeguate risorse territoriali. In tal senso il TSO rappresenta un “caso di scuola” circa l’effetto che le variabili di contesto (più in generale diremmo: i determinanti sociali) esercitano nel definire percorsi di salute o di malattia.
Il monitoraggio dei ricoveri per TSO su base regionale consente di verificare la coerenza delle politiche e delle prassi assistenziali locali con i principi della legge di riforma psichiatrica, in particolare con le azioni poste in essere per dotare i Servizi Territoriali di idonee misure sanitarie extraospedaliere e per promuovere l’adesione volontaria ai trattamenti.
In questa sede vengono presentati i ricoveri per TSO espressi in tassi x 100.000 abitanti residenti.La rappresentazione per numeri grezzi non dà conto, infatti della frequenza relativa del fenomeno in rapporto alla popolazione residente. I dati di riferimento sui ricoveri sono quelli pubblicati dal Ministero della Salute – Elaborazione Banche dati SDO 2010 e 2014. I dati sulla popolazione residente sono quelli ISTAT al 1° gennaio di ciascun anno considerato. Non essendo disponibile il dato sui ricoveri per regione di residenza, occorre prevedere minime fluttuazioni nei valori calcolati, potenzialmente associate alla mobilità sanitaria attiva e passiva di ciascuna regione.

Una precedente analisi aveva rilevato nel 2010 una media nazionale pari a 17,9 ricoveri in TSO x 100.000 abitanti; nel 2014 il valore nazionale si riduce a 16,9.

Nel 2010 le Regioni “virtuose” (tutte al di sotto della soglia di 10 ricoveri in TSO x 100.000 abitanti) erano Friuli, Trentino-Alto Adige, Toscana, Basilicata e Veneto. La “maglia nera” andava a Sicilia, Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Sardegna (che si ponevano tutte a valori superiori a 25, con punte, in Sicilia, pari a 33,7 ricoveri in TSO x 100.000).

Nel 2014 solo Friuli, Trentino-Alto Adige e Veneto rimangono al di sotto dei 10 ricoveri in TSO x 100.000, mostrando una ulteriore tendenza alla riduzione, mentre Toscana e Basilicata presentano un trend inverso, pur rimanendo al di sotto del valore medio nazionale. I valori più elevati (tutti superiori a 20 ricoveri in TSO x 100.000 abitanti) si riscontrano ancora in Valle d’Aosta (che si mantiene stabilmente su valori elevati), Sicilia (anche se in significativa riduzione rispetto al 2010), Lazio (con un trend in aumento), Sardegna (in riduzione rispetto al 2010), Marche (dove invece si registra un aumento nel confronto 2010 vs 2014) ed Emilia-Romagna (che tuttavia presenta un trend in riduzione rispetto al 2010).

Le Regioni che presentano un significativo trend in aumento, oltre al Lazio (+4,58) sono la Basilicata (+3,43), la Calabria (+2,67) e laToscana (+2,60).

L’incremento, in contro-tendenza rispetto all’andamento nazionale, meriterebbe di essere analizzato sia in relazione al riassetto organizzativo dell’assistenza territoriale che talune regioni stanno attuando, sia più in generale allo stato di sofferenza in cui versano i Servizi per la Salute Mentale nel nostro Paese a seguito delle politiche di sottofinanziamento adottate negli ultimi anni.

Nel grafico sono indicate in verde le variazioni in riduzione ed in rosso quelle in aumento.



Si ringrazia per la collaborazione la dr.ssa Flavia Baccali

[Articolo pubblicato su quotidianosanita.it il 25 Febbraio 2016]

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