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Quando abbiamo cominciato a parlare di questo corso di formazione per gli infermieri, ho detto delle cose che mi sono state rimproverate poi dagli operatori. Ho detto che non è un caso che la scuola degli infermieri, cioè il suo inizio, coincida con la fine della mia gestione triestina. L’interpretazione di alcuni medici di queste parole è stata che la storia è finita e oggi comincia la storiografia: fino a ora si è cambiato, si è trasformato e oggi comincia la razionalizzazione del cambiamento; in altre parole, da questo momento non avverrà niente di nuovo perché ciò che di nuovo è avvenuto a Trieste, è avvenuto con me: oggi comincia la razionalizzazione, si comincia a edificare, ad abbellire la casa che si è cambiata.

Io non sono affatto d’accordo con quest’affermazione; penso che ciò non è assolutamente vero perché se trasformazione c’è stata qui a Trieste, questo non è dipeso da me ma dallo sforzo partito da tutti, dagli infermieri, dai medici, ma soprattutto, direi, dalla forza operante dei degenti, dei pazienti, dei “matti”, di quelli che oggi chiamiamo “utenti”; perché se non ci fosse stata questa forza trasformatrice nella gente che noi abbiamo curato, nelle persone che venivano a domandare aiuto, noi non avremmo cambiato niente, non avremmo fatto storia […].”

A settembre del 1979 aveva avuto inizio il corso per gli infermieri. La mattina di martedì venticinque settembre il “primo giorno di scuola”. C’era un bel clima. Si stava realizzando un altro passo verso il radicamento del cambiamento che tutti avevano contribuito a realizzare.

Franco Basaglia tenne la prima lezione e, in pratica, annunciò la sua imminente partenza per Roma.

La scommessa romana ebbe solo il tempo di cominciare. A marzo del 1980 Franco Basaglia si ammala. A Venezia il 29 agosto di quello stesso anno muore.

faldone_1-doc4-054(l’immagine – un disegno di Ugo Guarino – è la copertina di un numero di “847“, il giornalino prodotto e ciclostilato all’interno dell’Opp di San Giovanni)

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