CarcereIn vista della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale del 14 e 15 giugno 2019 a Roma ed in preparazione del nuovo Piano Regionale per la Salute Mentale (PRSM), Campagna per la Salute Mentale (CSM) e Forum del Terzo Settore Lombardia organizzano tre seminari di approfondimento su temi cruciali per importanza e complessità: sulle misure privative e limitative della libertà, sui rapporti tra centri di salute mentale e territorio, sulla residenzialità in salute mentale.

Il primo incontro dal titolo Carcere e salute mentale si terrà martedì 14 maggio dalle 14 alle 18 presso l’Auditorium Fondazione Casa della Carità (via Brambilla, 10 – Milano) e vedrà intervenire Don Virginio Colmegna, presidente Campagna Salute Mentale e Casa della Carità, Benedetto Saraceno, segretario generale dell’Istituto di Lisbona per la salute mentale globale, Silvia Landra, medico psichiatra Casa della Carità e psichiatra nelle carceri di Bollate e di San Vittore, Franco Maisto, presidente emerito del Tribunale di sorveglianza di Bologna, Angelo Fioritti, direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche AUSL Bologna, Antonella Calcaterra, avvocato del Foro di Milano, Luigi Benevelli, medico psichiatra, Forum Salute Mentale e Stop OPG Lombardia, Giovanni Rossi, medico psichiatra e vice presidente Club Nazionale SPDC No Restraint, Franco Milani, dirigente struttura Salute mentale, dipendenze, disabilità e sanità penitenziaria – DG Welfare Regione Lombardia, ed infine Valeria Negrini, portavoce Forum Terzo Settore Lombardia.

Secondo i dati di marzo 2019, presentati nella relazione annuale al Parlamento dal Garante Mauro Palma, a fronte di 46’904 posti ci sono 60’512 persone detenute: 13’608 detenuti in più, con un sovraffollamento maggiore del 129%. A questi si aggiungono i numerosi posti attualmente inagibili che ne incrementano il sovraffollamento. Di questi detenuti il 31,1% (16,8% in Europa) lo è per reati legati all’assunzione di sostanze o spaccio. Le persone in attesa di giudizio sono il 34,5% (22,4% in Europa) e di queste il 20% viene assolto, tra errori giudiziari conclamati e detenzioni preventive. Il Comitato Nazionale per la Bioetica, partendo dall’incompatibilità fra il carcere e la salute mentale, dichiara che «la presa in carico delle persone con disturbo psichiatrico debba avvenire di regola nei servizi sul territorio, al di fuori del carcere». Per quanto riguarda i rei folli, ovvero i detenuti con sopravvenuta infermità psichica in carcere, tra le raccomandazioni vi è quella di equiparare l’infermità psichica a quella fisica, che prevede il differimento della pena e la possibilità di essere curati fuori dal carcere. E il 19 aprile la Corte Costituzionale con la sentenza 99, fatte salve le garanzie di sicurezza, dà indicazioni di sanare questa ingiustizia. Per i folli rei, persone con infermità psichica che hanno commesso reato, è prevista dal Codice Penale la non imputabilità che presenta però il limite, attivo anche dopo la Legge 81/2014, del nesso tra malattia mentale e pericolosità sociale.

La discussione mira a stimolare la Regione Lombardia – attualmente ancora ferma sull’avvio dei lavori per il nuovo PRSM – e a dare segnali della necessità di personale formato ed in numero sufficientemente adeguato, di interventi urgenti e preventivi, di pratiche appropriate mirate al recupero, all’emancipazione e all’accompagnamento delle persone nel proprio ambiente di vita.

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