pregiudizioDi Fabrizio Starace

Alla settimana della Salute Mentale

Uno dei temi centrali di Màt – Settimana della Salute Mentale di Modena riguarda il pregiudizio associato ai disturbi psichiatrici e le strategie per combatterlo. Stigma e discriminazione verso le persone con problemi psichici sono ancora molto diffusi nel nostro Paese e molto poco viene fatto per modificare le false convinzioni da cui traggono origine. «Gli ostacoli alla guarigione non risiedono nella singola persona ma nella comunità cui appartiene» afferma Pat Corrigan, uno dei maggiori esperti internazionali sul tema. Questi ostacoli non riguardano solo le persone sofferenti, ma i loro familiari ed anche gli operatori quotidianamente impegnati nelle azioni di cura ed assistenza: le persone che sperimentano la sofferenza mentale conoscono il senso di colpa e di vergogna che accompagna lo status di paziente psichiatrico; i loro familiari subiscono l’emarginazione e la distanza espressa più o meno direttamente da amici e parenti; gli operatori assistono impotenti a pubbliche manifestazioni di solidarietà e riconoscenza, che tuttavia non si trasformano in azioni concrete di politica sanitaria e sociale.

Come affrontare le dannose conseguenze dello stigma? I tentativi sinora condotti non hanno prodotto risultati apprezzabili: informare correttamente il pubblico sui fatti, senza indulgere sulle mitologie della malattia mentale, è certamente importante. Ma i programmi educativi che inquadrano la malattia mentale come una patologia cerebrale, se da un lato hanno reso l’opinione pubblica meno propensa a incolpare le persone per le loro sofferenze, hanno dall’altro accresciuto una visione medico-centrica e alimentato lo scetticismo sul fatto che tali condizioni possano guarire. Anche le rare campagne nazionali di comunicazione sociale hanno sortito scarsi effetti, per la loro episodicità e genericità.

Incoraggiati dai risultati della ricerca, crediamo che le componenti fondamentali per contrastare discriminazione e pregiudizio sulla malattia mentale abitino nelle stesse comunità che esprimono questi atteggiamenti. Le iniziative più efficaci di lotta allo stigma sono quelle a kilometro zero, radicate cioè nella storia, nelle abitudini, nel sentimento collettivo delle persone che condividono un territorio e un destino.

La Settimana della Salute Mentale di Modena si struttura con questa convinzione, coinvolgendo nella sua costruzione annuale persone con esperienza vissuta di disagio psichico, familiari, cittadini, il mondo dell’associazionismo, della cooperazione, del volontariato, e naturalmente le istituzioni sanitarie e sociali che da questa partecipazione traggono indicazioni per il continuo adeguamento ai bisogni che cambiano.

E tuttavia, questo sforzo collettivo non potrà raggiungere il suo scopo se non attingerà ad un livello superiore di consapevolezza: quello cioè che considera lo stigma verso la malattia mentale alla stregua del razzismo, del sessismo, dell’omofobia; tutte forme di demonizzazione dell’altro-da-sé, ritenuto causa della perdita della purezza primigenia, che non ammette variazioni, che non tollera diversità. Della diversità invece, a partire da quella che alberga in ciascuno di noi, abbiamo tutti bisogno per evolvere e per vivere meglio. Ce lo ricorda una giovane donna con autismo, Greta Thunberg, capace in pochi mesi di promuovere un movimento mondiale contro il disfacimento dell’ecosistema. «L’autismo non è un “regalo» dice; «nella maggior parte dei casi è una lotta senza fine contro le scuole, i luoghi di lavoro e i bulli» e aggiunge: «Ho avuto la mia parte di depressione, alienazione, ansia e disturbi. Ma senza la mia diagnosi, non avrei mai iniziato gli scioperi scolastici. Perché sarei stata come tutti gli altri. Le nostre società hanno bisogno di cambiare, abbiamo bisogno di persone che pensano fuori dagli schemi e dobbiamo iniziare a prenderci cura l’uno dell’altro». Per abbracciare le nostre differenze, per creare condizioni che rendano ciascuno capace di contribuire al benessere comune, occorrono nuovi modi per comprendere la realtà, anche quella della sofferenza mentale, per cambiare e migliorare il nostro approccio; e occorre un tempo e uno spazio per pensare assieme liberandoci dalle idee dominanti e pregiudiziali. La Settimana della Salute Mentale di Modena, siamo certi, sarà un’occasione per confrontare ragioni e sentimenti. Il dialogo aperto, si sa, fa bene alla salute mentale!

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