illustration-by-rachel-levit-ruiz[Illustration by Rachel Levit Ruiz]

Di Gabriella Toro

Ricordiamo anche il caso di Andrea Soldi, morto a causa di erronee manovre di immobilizzazione, eseguite al fine di trasportarlo in ospedale in regime di Tso. Il 14 aprile esce un libro sulla sua storia, di Matteo Spicuglia. Libro che si avvale di pensieri, riflessioni – una sorta di diario di sé e della sua malattia – rinvenuti dai familiari dopo la morte, tra le sue carte.

Io ho trovato sommamente inquietante il libro di Milone, libro che ho letto con molta attenzione. E mi ha malamente sorpreso quanto intellettuali di valore come Nicola Lagioia – per fare un solo esempio – hanno esplicitato a mezzo stampa circa il libro di Milone, tacendo del tutto quello che è! Ossia un’esaltazione della pratica contenitiva, un’esaltazione “coperta” da belle parole: ma son poi così belle?

Non ho nessuna esperienza diretta di contenzione. Ho “solo” avuto un breve ricovero in Spdc, diversi anni fa. Non dimenticherò mai il clima di violenza, psicologica d’accordo, ma pur sempre violenza, che rendeva plumbea ogni ora trascorsa in quel reparto! La letterale “cosificazione” di noi pazienti – potrei specificare meglio con esempi concreti ma sarebbe lungo da dirsi. Non dimenticherò mai lo sprezzo di ogni sentimento umano. E ne ho sentite tante – da parte di altri pazienti – riguardo tali repartini…

Basta con ‘ste cazzate di Milone, esaltatore di una pratica disumana e atroce, “grande scrittore” risvegliatosi in tale veste dopo la pensione! Basta con l’avallo di scrittori/recensori – pur d’ingegno – che non capiscono l’orrore sottostante alla belluria sulla “grande” arte dello psichiatra genovese!

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Finisce qui quello che ho scritto nel post su Facebook, che Peppe mi ha chiesto di inviare al Forum.

In quanto alla mia biografia…essa è pressoché inesistente: è la mia una vita «tutta nutrita dal di dentro» come direbbe Antonia Pozzi. Ma scrivo questo non con un accento “snobistico” o come se la mia situazione fosse una sorta di “elezione”. Tutt’altro! Ho un’incendiata nostalgia degli esseri umani, di quel che genericamente vien chiamata “vita comune”.

A ogni modo: sono nata a Roma il 24 dicembre 1964. Ho vissuto sempre a Roma sino al 2016…da allora vivo un po’ a Roma, un po’ a Milano. Mi sono laureata in lettere moderne.

Fatto tante cose, fatto niente.

Combattuto tanto contro stigma, cattive pratiche psichiatriche, anche contro un certo tipo di psicoanalisi…battaglia durata 30 anni, i migliori anni della vita…dai 22 in poi (o almeno dovrebbero essere tali). Ho sofferto fin dalla prima adolescenza di quella che un tempo veniva chiamata nevrosi fobico-ossessiva. Detta – grave – nevrosi nata in un ambiente familiare…mi duole dirlo…tutt’altro che sano. Il resto puoi immaginarlo…curata con farmaci a gogò, con altissime dosi di Anafranil per più di 20 anni – e senza che io migliorassi. Alla fine poco prima dei 50 anni si è sfaldata la tela dell’umore. Mi è stato diagnosticato un disturbo bipolare iatrogeno. E vabbè: da 6 anni prendo il litio e per ora vado avanti così. Inoltre dai miei 40…non so perché: antipsicotici…ho vissuto anni “vegetando”. In un totale appiattimento ideativo ed emotivo. Con lo Zyprexa in pochi mesi sono aumentata di 30 kg distruggendo quel poco di grazia fisica che avevo e che mi confortava…

Etc. Etc. Etc.

Ora va meglio, non prendo più antipsicotici né antidepressivi. Ma ho un calo di energie fisiche e ormai rifuggo le persone perché sono demoralizzata e stanca di fronte ai pregiudizi di tanta, di troppa gente…bastava che io – in passato – dicessi: «soffro di problematiche psichiche». E mi son vista chiudere in faccia ipotetiche amicizie, ipotetici lavori, etc.

Non ho mai torto un capello a nessuno e quello che ora, nel 2021, mi irrita enormemente è la tossica “narrazione” attorno al malato mentale tout court. Lo sciagurato libro di Milone incrementa tali tossiche narrazioni! Parlavo dei recensori “cinguettanti” di fronte a un’aperta apologia della contenzione: un recensore ha parlato addirittura di una Spoon River, qui…dei pazienti nel reparto psichiatrico…raccontati da Milone…

Uno dei mali del mondo è non dare un esatto valore alle parole, ma buttarle là… Quando leggo libri come “L’arte di legare le persone” di Paolo Milone, la mia stanchezza si smorza e scrivo qualcosa in merito…per reagire in qualche modo…

Non è possibile, Peppe, che questo signore dica queste cose dopo anni di lotte per smantellare i manicomi, dopo le lotte di voi psichiatri basagliani…

Ricordo – sempre della casa editrice Einaudi – un bel testo di Fabrizia Ramondino, “Passaggio a Trieste”, e le interviste di Sergio Zavoli, “I giardini di Abele”…

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