di Vito Inserra

Cari forensi, non entro nelle questioni, politiche e non, che riguardano il fatto avvenuto ieri a milano al presidente del consiglio; lo considero appunto un accadimento che è compatibile con i comportamenti che una persona ha quando si appresta in una situazione di affollamento e in un momento di manifestazione politica particolarmente intensi come sono da un pò di tempo nel nostro paese, poteva capitare ed è capitato, avrei potuto esserci io stesso a viver quella cosa e ovviamente i media forse ne avrebbero accennato, forse, e tutto sarebbe finito lì; sono invece preoccupato delle reazioni, dei media e non solo (stamane ho iniziate le mie curiosità di cronaca e di informazione, ascoltando una serafica certa signora falcetti su radiouno rai che, poverina, gridava che voleva delle risposte rispetto a queste persone malate che circolano liberamente in giro e che son pericolose) , che ha suscitato l’avere appreso che il feritore è una persona con problemi psichici e che quindi occorrerà affrontare con ‘serietà’ e determinazione il lato della questione che dia sicurezza ai cittadini; ecco ci siamo: disagio mentale – sicurezza, soprattutto per gli altri, viene fuori l’equazione ortodossa di collegare le due cose, buttando alle ortiche ormai circa quaranta anni di dibattitto e di letteretura attenta formata e strutturata nella cultura internazionale, quindi non solo da noi; da quì a derubricare e ridurre ovviamente il passo è breve!; ho ancora un’altra preoccupazione: che i fautori della ‘revisione necessaria’ di tale pensiero, su cui si basa la psichiatria di comunità e di territorio, useranno ancorpiù metodo silenziosi e discreti per arrivare ad ottenere in via legislativa l’annullamento di quello che esiste già nel nostro paese, che va non solo confermato ma va aumentato in termini di servizi presenti e spalmati e in termini di strategie e scelte di inclusione sociale e di cittadinanza, cose per cui ci battiamo e di cui siamo assertori convinti; insomma ci vorranno, ancora una volta, etichettare non come persona\cittadino ma come ‘ladri di sociale’ per quel che intendiamo rappresentare e per ciò che scegliamo di esigere tutti i giorni con il nostro comportamento di richiamo alla tutela dei diritti della persona; miei cari amici, chiedo allora ai tecnici, agli esperti, agli specialisti del comportamento, che certo non mancano tra di noi, di esprimersi continuamente in questo periodo, portando indicatori, letteratura, numeri, documenti, che testimonino e dimostrino che un accadimento, per quanto importante, non si deve psichiatrizzare e che va quindi circoscritto a cronaca, dimostrando che la permeabilità a comportamenti penalmente perseguibili nella realtà di noi utenti è identica, se non addirittura minore a non ricordar male, a quella dei cosiddetti altri…; tutto qui, saluti cari

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