barÈ vero. Tutto vero.

Siamo colpevoli. Recitatecela la legge, come si fa con i grani di un rosario smunto da miracoli che caracallono sui nostri piedi agili, ché non abbiamo disimparato a giocare a pallone anche se ce lo avete tolto.

Siamo colpevoli. Comminateci la colpa di volerla tentare la vita, perché sì, la sfideremo fino a quando avremo fiato e voce, la nostra e quell’altre che, voi, persone socialmente non pericolose vi ostinate a non ascoltare. Sentire.

Siamo colpevoli. Raccontateci pure le favole con i finali più rassicuranti ma portateci i cattivi, vi preghiamo, siamo stanchi di farci anestetizzare dai buoni.

“L’art. 203 c.p. stabilisce, infatti, che agli effetti della legge penale è socialmente pericolosa la persona, anche non imputabile o non punibile, la quale ha commesso un fatto previsto dalla legge come reato, quando è probabile che lo commetta di nuovo”.

Noi commetteremo di nuovo tutto quanto ci ha portati dentro alle nostre gabbie, perché sono le nostre prima di essere le vostre, gabbie.

Saremo colpevoli di voler vivere fino alla morte.

Barbara Buoso, nata a Rovigo nel 1972. Da 26 anni è in cura, a intermittenza come le lucette di natale, presso professionisti della salute mentale. Forse, le vien da dire, tanto professionisti non sono. Ha incontrato tanta gente a Impazzire si può, nel 2014, e ora ravvisa in sé qualche bagliore di guarigione. O di vita, ché magari  è lo stesso.

Il 1° marzo 2015 ha digiunato.

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