di Gian Luigi Bettoli

La folla delle grandi occasioni (quanto mai qualificata: operatori della servizi sanitari, cooperatori sociali, volontari, giuristi, …) ha riempito le stanze del Castello Aragonese di Aversa il 14 e 15 gennaio scorsi. Purtroppo non tutti c’erano (da parte di un giurista è stata sottolineata l’assenza di movimenti “paralleli” altrettanto necessari di quello degli operatori sociali e sanitari, come Magistratura Democratica e l’Unione delle Camere Penali), ma diciamo… quasi.

Il VI FSM Sulle strategie e pratiche per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: il ruolo dei dipartimenti di salute mentale si è tenuto in questo luogo simbolico – sede di formazione degli operatori della Polizia Penitenziaria ed ex Manicomio Criminale – per dedicare la riflessione e la progettualità a quel grumo problematico (e di vite recluse) che sono gli ultimi 6 manicomi pubblici rimasti in Italia: gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG).

All’interno del FSM c’è anche stato un momento specifico (affollato pure esso) di riflessione delle realtà del settore dell’autogestione sociale, per gran parte dedicato al suo settore imprenditoriale, cioè la cooperazione sociale: le riflessioni finali sono state indicate in: https://www.news-forumsalutementale.it/porte-aperte-alla-follia-traccia-per-un-documento-partigiano/

La questione del superamento, attualissimo, degli OPG è stata sintetizzata nella ritornante osservazione che i servizi pubblici possono già oggi realizzare quella rete di servizi preventivi ed alternativi alla pena (vedi Legge Gozzini) che possono pragmaticamente ed inesorabilmente “chiudere i rubinetti” delle immissioni in queste strutture che, recentemente, la Commissione Marino ha nuovamente certificato essere, più che non terapeutiche, orribili ed intollerabili.

Innovativa ed emozionante la partecipazione di numerosi utenti dei servizi e di ex ospiti degli OPG: alcuni dei loro interventi sono stati senz’altro tra i momenti più lucidi ed interessanti del convegno. Ed è già un risultato della grande riforma del 1978 sentire la viva voce delle “vittime” del sistema psichiatrico narrarne le sue contraddizioni.

Purtroppo l’improvvisa e contemporanea occupazione del Municipio di Napoli ci ha sottratto la partecipazione dei compagni napoletani, in primo luogo Sergio D’Angelo, che ha passato due nottate a Palazzo San Giacomo e quindi non ha potuto partecipare con il ruolo previsto, di primo piano, al FSM. In ogni caso, l’introduzione alla seconda giornata dei lavori, da parte del cooperatore sociale casertano Simmaco Perillo è stata di veramente notevole impatto teorico e comunicativo.

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