dal 14 gennaio l’asl di caserta ha interrotto l’assistenza materiale: la storia di Felicia Barbato, 60 anni. Da 12 vive su una carrozzina per una malattia degenerativa

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La macchina cui Felicia deve rimanere attaccata

CASERTA — Felicia Barbato, sessant’anni, ha uno sguardo triste che contrasta col rosso acceso dei capelli nella foto che si appresta a fare con la sua amata cagnolina Lola accoccolata sulle gambe. Da dodici anni vive su una sedia a rotelle, una carrozzina motorizzata. Da altrettanti anni Felicia, che abita alla periferia di Aversa, al confine con Teverola, è affetta da distrofia muscolare. Una malattia neuromuscolare a carattere degenerativo che la costringe a restare attaccata, ogni giorno e per almeno sedici ore, a una macchina per l’ossigeno che l’aiuta a respirare. L’Asl di Caserta per più di cinque anni le ha assicurato una persona che l’aiutava per cinque ore e mezza al giorno a fare le cose più indispensabili: oltre ai bisogni primari e alla spesa al supermarket, l’assistente si recava anche dal medico per farsi prescrivere i medicinali.

 

La macchina cui Felicia deve rimanere attaccata

L’ASL IN ROSSO – Dal 14 gennaio Felicia non ha più alcuna assistenza materiale. «L’Asl – racconta con gli occhi lucidi – ha tagliato il budget di cura a me ma anche ad altre persone che si trovano nella mia stessa condizione. I responsabili della sanità affermano che i fondi sono pochi e che i tetti di spesa non consentono di assicurare la stessa assistenza a tutti». Felicia, che vive con il marito, non solo è provata materialmente ma è anche psicologicamente demoralizzata, anche se i suoi vicini di casa si fanno in quattro per darle una mano.

«SONO DISPOSTA A TUTTO» – «Sono disposta a tutto – afferma – tanto più di così non mi possono penalizzare. Sono stata negli uffici dell’Asl con la mia carrozzina motorizzata. Sono stata anche in Prefettura a protestare con il prefetto. Mi hanno promesso che invieranno una lettera all’Asl esponendo il mio caso, ma non mi fermerò fino a quando non mi avranno nuovamente assicurato l’assistenza di cui ho bisogno».

L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE – Dopo aver appreso della storia di Felicia Barbato si muove la politica e Andrea Sarubbi (Pd) presenta un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute, Ferruccio Fazio. «Le manovre economiche che si sono succedute in questi due ultimi anni hanno considerevolmente ridotto le risorse finanziarie che lo Stato mette annualmente a disposizione per il Servizio sanitario nazionale» scrive l’onorevole democratico. «Tutto ciò ha pesanti ripercussioni, in primo luogo, sui pazienti/utenti che si vedono negare così un diritto fondamentale, sancito dall’articolo 32 della Costituzione» continua Sarubbi che chiede al ministro «se non ritenga opportuno e doveroso individuare tutte le risorse economiche e finanziarie necessarie affinché i trasferimenti alle regioni siano sufficienti ed adeguati e affinché queste non si vedano costrette a ridurre i servizi e l’assistenza ai quei malati che più di altri necessitano di assistenza in quanto sofferenti di patologie più gravi».

Marilena Mincione

da Il Corriere del Mezzogiorno del 26 gennaio 2011

Antonio Amato: la storia di Felicia? L’Asl non è in grado, Caldoro intervenga

L’appello del presidente della Commissione regionale sui Beni confiscati: è solo uno delle decine di casi

CASERTA – «L’Asl di Caserta sta sorpassando i limiti della decenza, quanto sta avvenendo non è più tollerabile, Caldoro assuma una posizione» lo afferma in una nota il presidente della Commissione regionale sui Beni confiscati, Antonio Amato, dopo aver visionato il filmato che testimonia della storia di Felicia, realizzato dal giornalista Raffaele Sardo. Felicia è una donna affetta da distrofia muscolare, cui l’Asl ha annullato il budget di cura sospendendo l’assistenza domiciliare. «La testimonianza di Felicia lascia sgomenti. Si toglie la necessaria assistenza ad una donna affetta da una terribile malattia, la distrofia muscolare, costretta su una sedia a rotelle, necessitata al supporto di una macchina per respirare. In pratica è stata abbandona a se stessa da 14 gennaio. E questo è solo uno delle decine e decine di budget di salute che l’Asl sta sospendendo e non rinnovando dall’inizio di gennaio. Lo stiamo denunciando pubblicamente da mesi» afferma Amato.

«E la motivazione dei tetti di spesa è palesemente fasulla. Si è dimostrato il risparmio garantito da questo strumento, che permette inoltre un’assistenza di qualità, con la territorializzazione ed il superamento dell’istituzionalizzazione delle persone che vivono disagio. Inoltre è lo strumento che depermette alcune tra le migliori esperienze di riutilizzo dei beni confiscati, tra cui la villa di Sandokan a via Bologna per il supporto a ragazzi autistici, ed il bene intitolato ad Alberto Varone a Sessa Aurunca. Uno strumento – continua Amato – che dovrebbe essere un fiore all’occhiello da estendere. Ma che ha il grave difetto di contrastare con occulti interessi. Così, i budget di salute continuano ad essere messi in discussione come conferma un’ultima riunione della dirigenza dell’Asl con la consulta del Terzo Settore nella quale addirittura sembra siano stati negati impegni precedentemente assunti ed esclusa la riabilitazione dalle possibilità di intervento con budget di salute».

Il presidente della Commissione regionale sui Beni confiscati ribadisce: «Il risultato sono l’abbandono delle persone sofferenti come Felicia, costi sanitari che aumentano, ma a favore di soliti noti, la prossima chiusura di progetti su strutture confiscate come la Villa di Sandokan».

da Il Corriere del Mezzogiorno del 26 gennaio 2011

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