I periti dovranno dire chiaramente se esiste un nesso di causalità tra la somministrazione dell’aloperidolo e la morte di Giuseppe Casu. Ieri mattina il giudice Simone Nespoli ha affidato una perizia agli stessi esperti che avevano escluso che la morte dell’ambulante quartese fosse dovuta a una tromboembolia. Avevano indicato come probabile causa del decesso la somministrazione di un farmaco pericoloso per il cuore, non a caso prima è obbligatorio l’elettrocardiogramma.

I periti hanno tre mesi di tempo per rispondere ai quesiti posti dal giudice: appuntamento al 5 maggio.

Sembra senza fine la vicenda processuale nata dopo la morte dell’ambulante quartese Giuseppe Casu, spirato al Santissima Trinità il 22 giugno 2006 dopo sei giorni di ricovero in Psichiatria in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio.

Sul banco degli imputati, con l’accusa di omicidio aggravato dalla colpa cosciente, ci sono l’ex primario di Psichiatria Gian Paolo Turri e la sua collega del Santissima Trinità Maria Cantone. La morte improvvisa di Giuseppe Casu aveva convinto i familiari a presentare un esposto in Procura mentre il Parlamento veniva investito della questione con diverse interrogazioni. Al centro della polemica c’era la lunghissima contenzione al letto del paziente. E proprio per questo di recente Turri, la Cantone e altri cinque psichiatri sono stati iscritti sul registro degli indagati per sequestro di persona.

(da L’Unione Sarda)

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