binocolo-miglioredi Peppe Dell’Acqua

La scelta della comunità, andare verso le persone, incontrare l’altro nell’accadere delle relazioni, declinare la clinica nella ruvidezza dei conflitti, nei contesti reali è quanto ancora oggi stiamo cercando di perseguire (purtroppo in molti luoghi del nostro paese perfino “la visita domiciliare”, con incomprensibili motivazioni, è negata).

Abbiamo capito quanto la malattia, la diagnosi, la clinica in una parola, viene messa alla prova proprio nell’incontro con i contesti, con le relazioni, con i bisogni concreti delle persone nelle case, nei rioni, nei condomini. Il lavoro che è opportuno fare per incontrare le persone si situa proprio in quello spazio, aspro e tesissimo, tra la clinica appunto e il territorio, i luoghi reali, i contesti, le relazioni.

Quanto più esploriamo (e riconosciamo) il territorio come luogo privilegiato del lavoro terapeutico, tanto più siamo capaci di collocare in questa dimensione nuova (e necessariamente critica) la clinica.

Accade così che la malattia assuma una diversa visibilità in relazione alla persona, ai suoi bisogni, alla sua rete, alle sue capacità e che la forza sottrattiva della diagnosi e dei trattamenti possa venire arginata.

Restituire senso alla vita delle persone, valore alle loro scelte e non indebolire il capitale sociale, umano, affettivo e relazionale che gli uomini e le donne sempre possiedono, è la ragione del nostro stare nella comunità. Abbiamo scoperto insieme quanto il senso dell’accoglienza, dell’ascolto, della “presa in carico” si sostanzi proprio qui. Nell’accadere della vita, delle esistenze, dei conflitti.

Nel restituire le persone alla comune infelicità della condizione umana.

Questo il senso autentico infine del nostro lavoro.

Tutti quelli che vorranno possono scrivere per pubblicare  riflessioni, analisi, proposte al sito del forum salute mentale.

[Mi propongo  con questi interventi minimi, che chiamo ‘cantiere salute mentale’, di tentare di ri-attivare interesse all’interno di tutta quella comunità di persone che siamo e che in un modo o nell’altro si muovono intorno alla ‘questione psichiatrica’, nel contrasto alle persistenti istituzioni totali (e sempre rinascenti), per ampliare margini di libertà e diritti, per promuovere emancipazione e possibilità.]

1 Comment

  1. marinella antonacchio

    Imprescindibile l’ incontro nei luoghi reali di vita, per un lavoro clinico che tenga presente le persone .’ Restituirli alla infelicità che accomuna tutti’, sono d’ accordo è questo il senso della nostra professione.
    Attingere le grandi risorse che ogni comunità possiede sarebbe obbligatorio per chi ha l’ arduo compito di produrre salute mantale .Mi infastidisce parlare di tagli alla sanità, seppure è un problema concreto, perchè dovremmo per me parlare soprattutto di sottoutilizzo di risorse. In tempi di crisi è davvero scandaloso utilizzare male ciò che abbiamo e gran parte di questo problema è di natura culturale. Ben venga il forum per riattivare l’interesse intorno alla ‘ questione psichiatrica’ o semplicemente per ‘ l’ altro’

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