Cittadinanzattiva-Tribunale a tutela dei diritti del malato, ha presentato in questi giorni a Roma il bilancio sulla salute: nell’ultimo anno sono aumentate le denunce nell’ambito della salute mentale e proprio pensando ad essa il tribunale ha stilato il manuale della “buona assistenzaâ€.Â
In occasione della presentazione del Rapporto Audit civico nella salute mentale l’organizzazione ha infatti posto l’accento sulle pratiche da valorizzare, già messe in atto in questi anni: si tratta soprattutto di processi di umanizzazione, sostenibilità oltre che di innovazione ed efficacia. E’ proprio il lato umano che deve essere ottimizzato e mai trascurato in ogni tipo di cura e rapporto, e in special modo, nella cura mentale.
I cittadini che soffrono di un tale disturbo sono soggetti a continui disservizi e incomprensioni e i dati parlano chiaro: oltre 20 mila i casi di inefficienze, soprattutto tra i 23 e i 53 anni.Â
Ovviamente se da un lato si deve migliorare il rapporto col malato in ogni suo aspetto, dall’altro si deve ‘’sanzionare chi viola palesemente i diritti umani: non e’ accettabile che le persone con sofferenze psichiche siano sottoposte a Trattamenti Sanitari Obbligatori anche nei casi in cui questi trattamenti non sono necessariâ€. È ovvio che si tratti di abusi e violazioni dei diritti che non possono essere certo rimanere impuniti.Â
L’aspetto più innovativo a cui il tribunale si è appellato è quello relativo alle reti di mutuo soccorso già esistenti in molti territori ma non ancora pienamente attive. Cosa sono queste reti? Servizi territoriali atti a ridurre i ricoveri in quelli che non si chiamano più manicomi ma le cui pratiche si stanno lentamente avvicinando a quelle di un tempo: porte chiuse a chiave, pazienti legati e per lo più sedati, rapporti umani ridotti al minimo se non azzerati. Un adeguato sviluppo di tali centri territoriali come parti integranti dei servizi che assicurano qualità e umanizzazione nel rapporto col malato, ridurrebbe oltremodo le crisi del malato stesso e i conseguenti ricoveri nelle strutture ospedaliere, e potrebbe essere un enorme passo avanti.Â
Cosa propone allora il tribunale dei malati mentali? Semplicemente di rispettare maggiormente la persona e la dignità di chi ha la “sfortuna†di non ricadere sotto l’etichetta della “normalità â€.
Valentina Nizardo