conflittidinteresseDi M. Bobbio

[recensione uscita su Slow Medicine]

Riproponiamo di seguito una recensione di Conflitti di interesse e salute. Come industrie e istituzioni condizionano le scelte del medico di Nerina Dirindin, Chiara Rivoiro, Luca De Fiore (Il Mulino, Bologna 2018).

Canto la canzone di chi mi dà il pane è uno dei tanti proverbi che si tramandano in diverse culture popolari a sottolineare un concetto comune: chi riceve un regalo è condizionato dal donatore. Spesso il buon senso popolare viene utilizzato per giudicare l’operato degli altri più che il proprio; come risulta da alcune ricerche, molti medici affermano di non essere influenzati dalla propaganda aziendale, mentre gran parte dei loro colleghi sì. Da qui nasce la constatazione, presente in tutta l’accurata e lucida analisi di Dirindin, Rivoiro e De Fiore, che il problema principale dell’interazione molesta tra il mondo dell’industria sanitaria (chi produce farmaci, dispositivi e offre servizi) e il mondo dei professionisti della sanità (ricercatrici e ricercatori, mediche e medici, infermiere e infermieri, ostetrici e ostetriche, manager, giornaliste e giornalisti) riguarda la mancanza di consapevolezza che anche piccoli regali possano influenzare in modo determinate e subdolo la propria indipendenza, danneggiare l’immagine della propria moralità e minare la fiducia dei pazienti. «Il conflitto di interessi è un rischio» – ribadiscono gli autori – «per l’integrità del sistema, perché rappresenta una condizione raramente riconosciuta come critica». Il libro riporta la ricchissima e interessante letteratura scientifica riguardante ricerche che documentano pesanti e misconosciuti condizionamenti da parte di chi svolge ricerche, di chi scrive articoli scientifici, di chi prescrive farmaci, di chi gestisce gli ospedali, di chi promuove l’aggiornamento, di chi dirige società scientifiche. Come sostengono gli autori, elemento cruciale di un auspicabile cambiamento consiste nel creare la consapevolezza dei rischi legati a chi dà il pane (soprattutto nei giovani professionisti più vulnerabili alle lusinghe di piccole gratificazioni e senza una sufficiente esperienza sulla mendacità di molta propaganda) perché l’approccio preventivo è più efficace di quello normativo/repressivo. Si tratta di affrontare una strada irta di ostacoli e di incomprensioni; una strada che è indispensabile iniziare a percorrere per il bene del sistema sanitario, per ricreare un rapporto fiduciario medico/paziente e in ultima analisi per garantire cure scevre da condizionamenti economici. Un libro che soprattutto gli studenti di medicina e i giovani professionisti dovrebbero leggere per sapere come evitare le facili lusinghe di chi ti fa cantare la sua canzone.

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