64-download--1-Venerdì 26 febbraio 2016 (alle ore 18,00) al Cenacolo del Convento degli Agostiniani (in Via dei Neri, 15) a Empoli

Il problema della contenzione fisica in psichiatria chiama in causa il problema della pratica di legare la persona internata in una struttura psichiatrica quale violazione dei diritti umani fenomeni che si verificano spesso in molti soggetti con forti minorazioni psichiche molto toccanti che vorremmo non si verificassero ma che purtroppo siamo costretti a sentire dai media.

Il libro di Giovanna del Giudice “E slegalo subito” di 380 pagine, edito nel 20915 dalla Casa Editrice Alpha Beta Verlag ed acquistabile al prezzo di 16 euro che sarà presentato venerdì 26 febbraio 2016 alle ore 18,00 al Cenacolo degli Agostiniani in Via dei Neri, 15 ad Empoli, nell’ambito della Rassegna culturale “Caffè letterario” promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Empoli con la collaborazione dell’Associazione “L’Acqua in gabbia, si inserisce nell’attuale dibattito sulla contenzione fisica in psichiatria mostrando, in maniera chiara e inequivocabile, che la pratica del legare la persona affidata in cura è una violazione dei diritti umani assimilabile alla tortura. L’autrice traccia i fattori che portano tuttora a contenere le persone in molti servizi di salute mentale prendendo spunto dalla dolorosa vicenda di Giuseppe Casu, il venditore ambulante abusivo, morto il 22 giugno del 2006 in seguito a un TSO nel reparto psichiatrico di Is Mirrionis di Cagliari, dopo essere stato legato al letto per 7 giorni.

La violazione dei diritti umani è una questione che riguarda tutti i cittadini. Per questo l’opera di Giovanna Del Giudice riguarda tutti e ci mette di fronte alla questione radicale della contenzione in psichiatria – farmacologica, psicologica e fisica – questione nella quale entra in gioco la dignità dei pazienti, ma anche degli operatori. “La contenzione – sottolinea Eugenio Borgna nella sua prefazione – frantuma ogni dimensione relazionale di cura e fa ulteriormente soffrire esistenze lacerate dal dolore e dall’isolamento”.

Mettere in pratica il cambiamento. Giovanna Del Giudice dimostra che il ricorso alla contenzione non è necessario. Perché come scrisse Franca Ongaro Basaglia, citata nel libro: “se tutto questo è stato possibile, significa anche che ora ricade su tutti la responsabilità di continuare a cercare e, per me, per quelli che sanno che cosa siano stati la forza ed il significato di questo cambiamento, di continuare a testimoniarlo, continuando a metterlo in pratica.”

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