marco-cavallodi Francesco De Filippo

(ANSA) – TRIESTE, 4 LUG – E’ praticamente un altro mondo da quando nel 1973 ruppe i muri del manicomio di Trieste, spinto fisicamente dalla forza dei matti dell’epoca e ideologicamente dall’onda rivoluzionaria di Franco Basaglia. Ora il simbolo di quella ribellione, Marco Cavallo, quella strana scultura-macchina che rappresenta un cavallo azzurro alto quattro metri e che dentro il manicomio fu realizzato in colettivo, mostra qualche acciacco, andrebbe meglio strigliato e forse nutrito con biada bio, di alta qualità in una fattoria per equini anziani. Invece, l’indomito animale sta per partire alla volta di Milano dove giungerà mercoledì 8. Destinazione: Padiglione Kip.

In realtà, Marco Cavallo giungerà a Milano il giorno prima ma si fermerà alla Casa della Carità di don Virginio Colmegna, che si prende cura di centinaia di persone in difficoltà: famiglie senza casa, giovani, mamme con bambini, persone con problemi di salute mentale e migranti. Marco Cavallo raccoglierà i loro desideri nel tentativo di esaudirli.

Non sarà un viaggio riposante: il suo compito sarà, dalla platea mondiale dell’Expo, sul filo dell’argomento cibo e alimentazione, di “nitrire” al pianeta, a favore dei più deboli contro “tutte le Istituzioni totalizzanti” per “costruire sistemi di welfare capaci di accogliere tutti”.

Non è un caso se il suo posto, come spiega Peppe Dell’Acqua che fu al fianco di Basaglia negli anni triestini, “sarà davanti al Padiglione Kip International School (knowledge, innovations, policies and territorial practices for United Nations Millenium Platform), di fianco al giardino dell’Onu, vicino al Media Center, dove potrà incontrare migliaia di persone al minuto”.

Né il suo arrivo passerà inosservato: sarà “scortato” da un folto gruppo di persone e autorità tra le quali Gianni Torrenti, assessore alla Cultura della Regione Fvg, Fosca Nomis in rappresentanza del Commissario di Expo Giuseppe Sala, don Virginio Colmegna e 60 elementi del Corpo musicale parrocchiale cittadino di Rho.

Lì, all’Expo, vi resterà fino alla fine di ottobre. Nel corso della sua permanenza, da agosto in poi Marco Cavallo sarà protagonista di una serie di eventi collaterali organizzati da una rete di soggetti dediti all’assistenza di persone in disagio sociale tra i quali la Cooperativa Ag. Soc. Clarabella di Corte Franca, ArtVillage di San Severo, Comunità di Sant’Egidio di Roma, Cooperativa Olinda di Milano, MAT Modena, Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, Associazione Jobel Onlus e molti altri.

Marco Cavallo è stato invitato da KIP International School, che negli ultimi trent’anni ha realizzato cooperazione allo sviluppo in oltre 40 paesi, e il cui padiglione si basa sull’ idea che lo sviluppo dei paesi e del pianeta sarebbe migliore se fosse basato su una grande rete mondiale di collettività locali i cui attori pubblici, associativi e privati che scelgono cosa fare per rispondere ai bisogni di sopravvivenza, alimentazione, benessere e sicurezza.

Chi si fermerà ad ammirare Marco Cavallo potrà lasciare nella sua pancia un foglietto con il proprio sogno per un mondo migliore.(ANSA).

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