Il passaggio dall’OP ad un modello territoriale ha garantito un innalzamento della qualità degli interventi e una migliore assistenza.

L’assistenza psichiatrica aldila delle riaffermazioni di principio e legislative che hanno recepito tutti i progetti obiettivi nazionali aveva quattro assi prioritari di intervento :

a) presenza territoriola estesa e diffusa dei Dipartimenti Salute mentale (allora chiamati STTSM) con operatori di diverse professionalità che garantivano una effettivo intervento multiprofessionale di tipo ambulatoriale, altri interventi erano carenti perchè mancavano le figure professionali dedicate alla riabilitazione

b)presenza diffusa e capillare degli SPDC

c)un sovradimmensionamento dell’aspetto riabilitativo residenziale che ha portatoa la Sicilia a scegliere un modello che prevedeva 3 posti letto ogni 10.000 ab a fronte della media nazionale di 1 posto letto ogni 10.000 ab

d) un intervento semiresidenziale sostanzialmente di tipo medicalizzato che privilegiava il DH rispetto al Centro Diurno

Questo modello ha visto sostanzialmente disatteso l’intervento riabilitativo , quello semiresidenziale (Centri Diurni) ed è rimasto residuale quello legato all’inserimento lavorativo

A partire dal 2000 questo modello è andato in crisi infatti :

1 pur permanendo la diffusione territoriale dei DSM questa si è andata contraendo e nello stesso tempo i servizi si sono sempre più medicalizzati perchè hanno visto ridursi la presenza delle figure non mediche. I servizi sono sempre più ambulatori psichiatrici e sempre meno servizi in grado di dare risposte multiprofessionali

2. vi è stata una significativa riduzione di fatto ( decreto Ass Russo sulla rete ospedaliera è assolutamente disatteso) del numero dei posti letto in SPDC il chè costringe in caso di TSO a trasferimenti di oltre 100/200 km

3. le dotazioni organiche sono lontane dai parametri previsti dai progetti obiettivi,sono inferiori a quelle del 2000 ed a stento sono in grado di garantire gli interventi ambulatoriali e domiciliari; sono ridotte le figure non mediche che garantivano la possibilità di interventi in equipe e multiprofessionali e permane la quasi totale assenza delle figure dedicate alla riabilitazione

4 si amplificato a dismisura il sovraddimensionamento degli interventi in strutture ad alta protezione (CTA e Comunità alloggio) che oggi coprono un indice di 7 posti letto ogni 10.000 abitanti ( 1500 in CTA e 2000 in Comunità Alloggio); mancano i gruppi appartamento e sono inesistenti gli interventi di assistenza domiciliare. Tutto questo senza che sia garantita una effettiva differenziazione delle strutture ( mancano strutture per le doppie diagnosi, per i disturbi del comportamento alimentare , ecc) così che permangono i viaggi della speranza in altre regioni.

5 sono scomparse le strutture semiresidenziali stati aboliti i DH (decreto Ass . Russo)ed i Centri Diurni sono presenti solo sulla carta

6. permangono assolutamente residuali tutti gli interventi legati agli aspetti riabilitativi, risocializzanti e di inserimento lavorativo

Tutto ciò fà comprendere come occorre una profonda revisione della situazione attuale il che comporta una revisione del progetto obiettivo che appare assolutamente inadeguato non sulle prospettive ma sulle risposte da dare alla situazione reale dei servizi.

Vi ricordo che la Sicilia ha sempre recepito tutti i progetti salute mentale ma che una caratteristica della nostra legislazione è stata sempre l’assoluta assenza di corrispondenza tra le leggi e la realtà dell’assistenza, anzi le leggi si cartterrizzavano per “volare alto” proprio al fine di non affrontare i problemi veri dell’assistenza psichiatrica.

Vi allego lettera della CGIl firmata su cui abbiamo lavorato per numerosi mesi e che è stata firmata da quasi tutte le organizzazioni che si occupano di salute mentale e che sarà oggetto di un incontro con l’Assessore alla Sanità

rinnovo i cordiali saluti a tutti

Fiorentino Trojano

CGIL lettera aperta 07 2013

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