Per gli amici di Forum Salute Mentale
Per gli amici di AFASOP – Noi Insieme

Sabato, 18 marzo 2023
05,00, poco prima dell’Alba

Scrivo a Franco Rotelli.

Per dirgli – Grazie – e per parlargli – come non sono riuscita prima, in tutti questi lunghi anni, in tutte quelle occasioni, in tutti quei momenti, in cui lo ho incrociato, intravisto, ascoltato, osservato: al DSM, oppure anche nei webinar, organizzati da remoto.

Ho deciso di non partecipare alle Cerimonie pubbliche, alla celebrazione della Messa, al raduno laico nella valletta delle mille rose …

… “cinquemila sbocciano qui – Lui diceva – perché la Bellezza ci salverà … ma ne mancano altre cinquemila, promesse, e noi restiamo in attesa …”

Due giorni fa, il messaggio che annunciava – Franco ci ha lasciati – mi ha folgorata. Proprio, esattamente, un colpo al cuore. Una notizia del tutto inaspettata, improvvisa e devastante, come un fulmine (a ciel sereno?).

Un trauma.

Un dolore profondo. Ma ho contenuto ogni reazione emotiva.

Ieri, il testo di Peppe Dell’Acqua – quel ricordo lontano di rimemorazione: quel gesto, le sigarette di Attilia, un dono, gentile, impacciato, amoroso, che sanciva il valore della relazione.

E mi sono lasciata andare, ho accolto tutto il dolore – troppo dolore – e sono uscite lacrime, un lungo pianto fatto di singhiozzi incontenibili. Non più trattenuto.

Attilia mi ha ricordato il mio stesso modo di essere, il mio stesso modo di stare. 

Introiettato fin dalla più giovane età. Il senso di profondo rispetto, di distanza, incolmabile e temuta, nei confronti dell’Altro. Qualcosa di più della timidezza assoluta.

Una ritrosia che ho cancellato, forse un’unica volta, e che resta il mio Ricordo di Franco Rotelli. Lui era là, sulla soglia del Museo Revoltella, come – quasi – in attesa. Io stavo camminando, venendo da Piazza Venezia verso l’ingresso del palazzo, dove era allestita una importante Mostra per/di Ugo Guarino.

Mi sono sentita osservata, e, nel mio procedere, quasi legata, bloccata dal panico e dalla paura di arrossire. Dalla vergogna.

Eppure, quando mi sono avvicinata a Franco, ho sorriso. Sono riuscita a sorridere. Senza imbarazzo. Con spontaneità. Con gratitudine. In risposta al suo Sguardo accogliente, azzurro.

Questa è per me Salute Mentale.

Un caro saluto,

Silva Bon

P.S.: sto aspettando la Luce.