Di Federica Manzon
Il diavolo si nasconde nei dettagli, dicono. Nelle piccole cose marginali di cui non importa a nessuno. Ma oggi, nella lontana Trieste, la città che sempre si dubita sia davvero Italia, la città perdibile, oggi nella Trieste città dei matti e della rivoluzione basagliana, prende l’incarico di direttore del Dipartimento di salute mentale Pierfranco Trincas. Lo psichiatra che più di un anno fa arrivò a Trieste dalla Sardegna grazie a un contestatissimo concorso. Superando in lista il candidato con ben più titoli. Lo psichiatra che in un’intervista a Repubblica all’indomani della nomina dicharava a proposito del suo lavoro in Sardegna: che addirittura i suoi reparti erano “accessibili anche ai famigliari del paziente, che possono trascorrere la notte accanto al loro caro”; che “da quando sono io il responsabile, il ricorso alle contenzioni è diminuito” e che, a proposito del paziente morto dopo 7 giorni di contenzione nel suo reparto, “io con quel caso non c’entravo nulla. E i medici incriminati sono stati tutti assolti”. E altri dettagli recuperabili in rete. Da quando è arrivato, nella città governata da Forza Italia e Lega, nella regione a giunta leghista, più volte si è attentato al modello basagliano, riducendo gli orari e le risorse dei Centri di salute mentale, indebolendo la rete del territorio, e altre mosse ugualmente distruttive per un modello ed’ccellenza mondiale.
Dopo il Csm di Barcola, cuore della pratica basagliana, oggi Trincas prende la piena direzione del Dipartimento di salute mentale. Una coincidenza che dice molto, anche se è solo un dettaglio.