filorossoCiao, mi chiamo Laura, ho 45 anni e sono mamma di una casa famiglia che accoglie minori. Ma non è di questo che vi vorrei parlare.

Ascolto con interesse la vostra trasmissione “La terra è blù ” su Radio Popolare e mi piace sentire che attorno a me ci siano persone che sanno guardare oltre” i problemi piccoli o grandi che riguardano la salute mentale

Guardare oltre significa per me, allargare gli orizzonti, credere che tutti abbiano possibilità di riscatto e che per ciascuno sia possibile ritrovare momenti di felicità all’interno delle relazioni con gli altri.

La mia esperienza mi porta a pensare a tutte quelle persone che rimangono ai margini del sistema curativo dei servizi di salute mentale a causa di scelte più o meno consapevoli e più o meno condivisibili.

Penso per esempio a quelle volte in cui i servizi non riescono ad essere d aiuto alle persone perchè qualcosa si inceppa nella relazione di cura e allora non rimane che il peso della solitudine, dell’abbandono e dello smarrimento.

In una di queste storie sono capitata anche io….

La vita mi ha fatto rincontrare un vecchio amico di gioventù con il quale si sono condivisi sogni, esperienze, ideali.

Ritrovarlo stravolto dalla schizofrenia, abbandonato da tutti, isolato, trasandato è stato per me un grande dolore, ma anche una grande sfida che ho raccolto.

Otto mesi fa ho cominciato a condividere con lui il cammino, ad ascoltarlo, a volergli bene per come era e a riconoscere i suoi bisogni espressi e non espressi.

Essendo lui un pittore usiamo molto la sua arte per comunicare.

L’uomo che tremava e non si faceva avvicinare, l’uomo spaventato e disperato in soli otto mesi è un uomo che è tornato a sorridere, che si lascia toccare, che parla del suo dolore, della confusione e si confronta.

Da oltre dieci anni non permetteva più a nessuno di entrare in casa sua (ha due fratelli e due sorelle). Chiunque tentasse di relazionarsi con lui veniva invitato ad andarsene nel giro di breve tempo.

Due settimane fa abbiamo festeggiato il suo cinquantesimo compleanno.

Insieme alla sua anziana mamma, a cena, in casa sua eravamo in dieci!

Da mesi gli dedico alcune delle mie mattinate e la condivisione di uno o due pranzi a settimana.

Non so dire dove ci porterà questa amicizia, ma continuo a “vedere oltre la sua follia” nonostante non sia sempre facile “stare” accanto a lui.

Viviamo momenti molto belli, emotivamente molto forti, sicuramente un po’

folli e insieme ridiamo anche molto!

Devo dire che questa esperienza ha stravolto la mia vita, ma in positivo!

Con lui ho imparato ad ascoltare anche senza le parole e questo mi serve moltissimo anche nella mia vita con i bimbi che accolgo e che chiusi nel loro dolore, non riescono ad esprimere le loro emozioni o paure.

Vi mando in allegato una storia che ho scritto sul nostro incontro.

Uso molto le fiabe e mi piace scriverne.

Quando l’ho letta al mio amico mi ha detto: “facile scrivere le fiabe così, non hai dovuto inventare niente perchè questa è la nostra storia! “…e aveva ragione!

Vi saluto, ringraziandovi perchè contribuite a diffondere un sapere ed una cultura di speranza e non di condanna.

Dove vi sono uomini e donne, c’è sempre la possibilità di un cambiamento e se qualcuno non la vede, spero possa incontrare qualcun altro che gli mostri la via.

Cordialmente, Laura

Il filo rosso ritrovato

2 Comments

  1. E queto filo rosso è quello che dobbiamo trovare nelle storie-Narrazioni che servono a donare un senso alla vita della persona sofferente. Nel convegno giugno ‘Impazzire si può, trovare il filo rosso della storia ,della comunanza di storie, di quella narrazione che ci ricongiunge al sociale., in libertà di comunicazione e di racconto. Storie che ci girano intorno, simili in tante famiglie, che sono presenti dovunque. Di cui si dovrà cominciare a parlare e a discutere, anche per trovare il metodo più valido per chi ha moltao disagio a comunicare. Parliamone, colleghiamoci, ritroviamo quel bellissimo filo rosso che ha trovato Laura.
    In qualche modo, ritrovando quel filo ritroviamo anche noi stessi, migliori e più veri

  2. poi vorrei cominciare a discutere anche dell’idea di Hillman , della narrazione simbolica, archetipica, con cui qualcuno di voi sarà d’accordo. Altri no…Ma sarebbe positivo discuterne e dibatterne e trovare nuove vie. Sarebbe un modo per ritrovarci tutti… pro o contro, intorno a un tavolo, cercando il FILO ROSSO

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