Di seguito i testi delle relazioni  dei sopralluoghi della delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del SSN, negli OPG italiani

(in allegato alcune immagini e breve rassegna stampa)

Estrapoliamo la conclusione dopo la pima visita, a Barcellona e ad Aversa: “.. le carenze e le pessime condizioni strutturali ed igienico sanitarie, …, unitamente al sovraffollamento ed alla assenza, pressochè totale, di attività di recupero e cure specifiche, oltre ad essere fortemente lesive della dignità personale, appaiono, in alcuni casi, rivestire rilevanza penale”.

RELAZIONE SUI SOPRALLUOGHI EFFETTUATI IN DATA 11 GIUGNO 2010 PRESSO GLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI

DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) E AVERSA (CE)

Una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, composta dal Presidente Sen. Ignazio R. Marino, dalla Sen. Donatella Poretti, dal Sen. Michele Saccomanno e dal Sen. Daniele Bosone, assistita dal consigliere parlamentare Dott. Silvio Biancolatte, dal coadiutore parlamentare Sig. Giampiero Bistoncini, dal consulente Dott. Lorenzo Sommella e dai componenti il nucleo di polizia giudiziaria della Commissione Marescialli Capo Claudio Vuolo e Massimo Tolomeo, in data 11 giugno 2010, alla presenza di personale dei N.A.S. Carabinieri di Catania e Caserta, ha effettuato un sopralluogo presso gli OPG (ospedali psichiatrici giudiziari) di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e Aversa (CE), nel corso del quale ha constatato quanto segue.

OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME)

L’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), ha sede in via Vittorio Madia n. 31, all’interno di una struttura la cui costruzione è terminata nell’anno 1914, ed ospita persone di sesso maschile sottoposte a misure di sicurezza. Il direttore dell’ospedale, contemporaneamente, ricopre la carica di direttore di istituto penitenziario, non essendosi ancora verificato, nella regione Sicilia, il passaggio delle competenze sanitarie al Servizio Sanitario Nazionale, così come previsto dalla normativa vigente. L’ospedale consta di 8 sezioni, vari portici antistanti i reparti, diversi viali, una cappella e circa 145 celle di degenza. All’atto del sopralluogo il direttore non era presente e la delegazione parlamentare, pertanto, veniva coadiuvata dal vice-direttore della polizia penitenziaria, che asseriva che, in quel momento, all’interno della struttura, erano presenti: 329 degenti; circa 45 appartenenti alla polizia penitenziaria, su un organico disponibile di 120 agenti e sottufficiali; un medico; due infermieri professionali; un educatore. In merito, si rileva l’assenza di un responsabile medico, nonchè l’assenza di figure sanitarie corrispondenti a psichiatri e psicologi. Il sopralluogo aveva inizio nel II° reparto, nel quale erano ricoverate 54 persone, caratterizzate da peculiare pericolosità sociale. Le stanze/celle di degenza, tutte munite di grate alle finestre ed alle porte di ingresso, spioncini, bagno, etc., contavano ben 9 posti letto. In tutti gli ambienti emergeva una situazione di degrado derivante dalle pessime condizioni strutturali ed igienico-sanitarie, dovute a: pareti e soffitti con intonaci sporchi e cadenti; porte e finestre con vari vetri incrinati, tali da costituire pericolo per gli ospiti; evidenti macchie di umidità e muffe; presenza di sporcizia dovunque; presenza di letti metallici con spigoli vivi, vernice scrostata e ruggine; pavimenti danneggiati in vari punti, sì da costituire ricettacolo di polveri e batteri; coperte e lenzuola strappate, sporche ed insufficienti. Ovunque si avvertiva un lezzo nauseabondo per la presumibile presenza di urine sia sul pavimento che sugli effetti letterecci. Gli armadietti apparivano talvolta divelti ed arrugginiti. L’unico servizio igienico, di circa 1 mq, risultava privo di impianto doccia. All’interno della stanza contraddistinta dal n. 4, munita di letti particolari che presentavano un foro in corrispondenza del bacino, veniva rinvenuto il sig. C.S.. Questi era nudo; coperto da un lenzuolo; in regime di contenzione attuata mediante costrizione a letto con una stretta legatura con garza, sia alle mani che ai piedi, che gli impediva qualsiasi movimento. L’internato presentava, altresì, un vistoso ematoma alla zona cranica parietale. In merito, si prendeva visione del registro dei trattamenti di contenzione dal quale emergeva che questi non era indicato (veniva acquisita copia del diario clinico del paziente e del registro dei trattamenti). L’ispezione si estendeva ad altri reparti, in particolare al III°, di recente ristrutturazione, che presentava pavimenti, rivestimenti, intonaci, etc. in buone condizioni, anche se si notava qualche vetro incrinato ed un impianto antincendio di dubbia funzionalità. Il IV° reparto risultava in disuso e quindi non erano presenti degenti, mentre veniva rilevata l’esistenza di un infermeria il cui accesso era impedito da una porta chiusa a chiave; di detta infermeria, all’interno della quale vi era un vetusto apparecchio radiografico, nessuno è risultato avere la gestione. Da una simulazione eseguita sul posto, emergeva che non era possibile effettuare un elettrocardiogramma d’urgenza e, al riguardo, gli astanti riferivano che gli ospiti in preda a crisi cardio-respiratorie venivano inviati al pronto soccorso del vicino ospedale civile di Barcellona Pozzo di Gotto. Nel V° reparto, verosimilmente ristrutturato, trovavano sede anche di 2 ambulatori. Nell’VIII° reparto, in condizioni generali leggermente migliori, vi era la mensa. Il servizio delle pulizie, apparso manchevole nel corso dell’intero sopralluogo, sarebbe demandato agli stessi ospiti; il cambio delle lenzuola sarebbe settimanale ed il vitto assicurato da una ditta esterna. Per quanto attiene alla sicurezza degli ambienti di lavoro, ad eccezione del terzo reparto di recente ristrutturazione, la stessa è da ritenersi assolutamente carente e precaria. In generale, durante il sopralluogo emergeva il sovraffollamento degli ambienti, l’assenza di cure specifiche, l’inesistenza di qualsiasi attività educativa o ricreativa e la sensazione di completo e disumano abbandono del quale gli stessi degenti si lamentavano. I degenti, nella assoluta indifferenza, oltre ad indossare abiti vecchi e sudici, loro malgrado, si presentavano sporchi e maleodoranti.

OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI AVERSA (CE)

L’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa (CE), ha sede in via San Francesco snc, all’interno di una struttura la cui costruzione è terminata nell’anno 1898, ed ospita persone di sesso maschile sottoposte a misure di sicurezza. La struttura consta di vari padiglioni, corridoi, viali e spazi aperti. La direttrice riferiva che erano presenti 320 degenti, 1 medico e 2 infermieri. Durante il sopralluogo, veniva ispezionato il padiglione che ospita le sezioni A – B – C – D, dislocate su due piani. Si notava che le celle/stanze, munite di 6 posti letto ed un servizio igienico, versavano tutte in pessime condizioni strutturali ed igienico-sanitarie, con: pavimenti danneggiati in vari punti; soffitti e pareti con intonaco scrostato ed estese macchie di umidità; ovunque cumuli di sporcizia e residui alimentari; letti metallici con vernice scrostata e ruggine; sgradevoli esalazioni di urina; armadietti vetusti; effetti letterecci sporchi, strappati ed evidentemente insufficienti; finestre, anche in corrispondenza di letti, divelte o con vetri rotti: il tutto in condizioni tali da rendere disumana la permanenza di qualsiasi individuo. In un sottoscala del medesimo padiglione si notava un’area delimitata da armadietti metallici disposti in circolo che, a detta degli astanti, costituiva lo spogliatoio degli infermieri (in assoluta assenza di privacy e riservatezza). Inoltre, all’ingresso del padiglione si notava un quadro elettrico danneggiato, verosimilmente pericoloso per l’incolumità degli ospiti: i presenti riferivano come fosse necessario evitare accuratamente di toccare, in quanto si sarebbe potuto causare un corto circuito e privare l’edificio dell’energia elettrica. Nel contempo non veniva rilevata l’esistenza di idoneo impianto antincendio. Si constatava, altresì, che i padiglioni 8 e 9, sebbene completamente ristrutturati e presumibilmente corrispondenti ai dettami di cui alla normativa vigente, risultavano inutilizzati e, a tale riguardo, veniva rappresentata la mancanza del prescritto certificato di agibilità e del parere tecnico della ASL per il relativo nulla-osta. In generale, anche in questa circostanza emergeva: il sovraffollamento degli ambienti; l’assenza di cure specifiche; l’inesistenza di qualsiasi attività; la sensazione di completo e disumano abbandono del quale gli stessi degenti si lamentavano. I degenti, nella assoluta indifferenza, oltre ad indossare abiti vecchi e sudici, loro malgrado, si presentavano sporchi e maleodoranti. Dalle informazioni rese da alcuni ospiti emergevano casi di misure di sicurezza scadute da oltre 10 anni; oppure di cure mediche negate: come il caso del sig. F., il quale riferiva di aver chiesto invano da mesi di essere trasferito all’OPG di Barcellona Pozzo di Gotto, presso il quale avrebbe potuto ricevere cure mediche specifiche relative anche ad alcune patologie di cui soffre. Inoltre, durante il sopralluogo venivano rinvenuti buoni di richiesta farmaci a base di sostanze stupefacenti privi del timbro della farmacia, e ricette relative a stupefacenti non regolarmente trascritte sul registro di carico e scarico, in violazione degli artt.60 e ss. del D.P.R. 309/1990.

Conclusivamente, va evidenziato che: Le carenze e le pessime condizioni strutturali ed igienico sanitarie, riscontrate in entrambe le strutture, unitamente al sovraffollamento ed alla assenza, pressochè totale, di attività di recupero e cure specifiche, oltre ad essere fortemente lesive della dignità personale, appaiono, in alcuni casi, rivestire rilevanza penale.

 

RELAZIONE SUI SOPRALLUOGHI EFFETTUATI IN DATA 22 LUGLIO 2010 PRESSO GLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI

Dl NAPOLI E MONTELUPO FIORENTINO (FI)

Una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, composta dal Presidente Sen. Ignazio R. Marino, dalla Sen. Donatella Poretti, dal Sen. Daniele Bosone e dal Sen. Michele Saccomanno, assistita dal consigliere parlamentare Dott. Silvio Biancolatte, dal coadiutore parlamentare sig. Giampiero Bistoncini, dall’assistente Sig.ra Francesca lachetti, dai consulenti Dott. Lorenzo Sommella e Dott. Luca Tarantola, dai componenti il nucleo di polizia giudiziaria della Commissione Lgt. Gaetano Caggiano, Mar. Ca. Claudio Vuolo e Mar. Ca. Massimo Tolomeo, in data 22 luglio 2010, con la collaborazione di personale del N.A.S. Carabinieri di Napoli e Firenze, ha effettuato un sopralluogo presso gli OPG di Napoli e di Montelupo Fiorentino (FI).

OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI NAPOLI

L’OPG di Napoli è ubicato in corso Secondigliano, all’interno della casa circondariale ed occupa un intero edificio di tre piani, dotato di ampi spazi esterni, costruito negli anni 80. Il Direttore dell’OPG, unitamente al Direttore sanitario, ha accompagnato la delegazione durante il sopralluogo. Il personale sanitario viene gestito dall’ASL NA/1. L’OPG occupa un edificio di tre livelli, all’interno di una struttura risalente agli anni ‘80, in cui si trova anche la casa circondariale e dipende, per quanto attiene l’aspetto sanitario, dalla ASL NA/1. Al momento del controllo, sono ospitate 119 persone di sesso maschile (più uno momentaneamente assente per permesso). Il settore detentivo è composto da 40 stanze di degenza da 1 posto e 20 stanze a quattro posti, suddivise in quattro sezioni dalla terza alla sesta. Le celle, tutte dotate di cancello blindato e grate alle finestre, sono ad uno o quattro posti letto, comunque piccole ed anguste da apparire sovraffollate; l’arredamento è quello povero tipico di un carcere con letti metallici ed armadietti; molto piccoli anche gli spazi comuni presenti in ogni sezione. Al primo piano trovano sede l’androne, una sala per i colloqui, la Cappella, vari spogliatoi distinti per uomini, donne e personale OTA, una sala per le contenzioni, vari ambulatori e servizi. Tutti gli ambienti si presentano in discrete condizioni igieniche e strutturali. Anche l’aspetto degli internati appariva dignitoso. Il Direttore dell’OPG ha riferito che il 40 % degli internati è detenuto “in deroga” con casi eclatanti come il sig. L.M., il quale a fronte di una misura di 2 anni è internato da ben 25 anni. Si riportano altri casi degni di nota: l’internato sig. N.D., nonostante abbia da circa 3 anni ottenuto il parere favorevole dal magistrato, si trova ancora in attesa di trasferimento in una comunità terapeutica. L’internato sig. V.E. aveva un occhio nero ed il sig. M.D.F. aveva ustioni alle mani; per entrambi non era riportato nulla nella storia clinica mentre, per il V.E. risulta un periodo di contenzione avvenuto il 16 luglio c.a.. L’internato G.A.ha un evidente cancrena agli arti inferiori.

Durante il sopralluogo è stata acquisita copia della seguente documentazione:

  • Promemoria circa lo stato generale dell’OPG
  • Regolamento circa il ricorso alla coercizione fisica degli internati
  • Richiesta di relazione circa la contenzione del paziente V.E.
  • Lettera del Direttore dell’OPG al Tribunale di Sorveglianza di Napoli
  • Facciata della storia clinica di L.M.
  • Promozione di nuovi modelli assistenziali per l’OPG di Napoli

OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI MONTELUPO FIORENTINO

Successivamente, la delegazione della Commissione si è recata presso l’OPG di Montelupo Fiorentino (FI) con sede in viale Umberto I n.64. L’OPG occupa la Villa Ambrogiana, composta da Villa medicea, adibita a direzione, servizi ed alloggi per la polizia penitenziaria e due padiglioni per la detenzione dei malati psichiatrici, denominati seconda sezione e terza sezione. Al momento del controllo sono ospitati circa 170 pazienti. I due padiglioni che ospitano gli internati si presentano con evidenti carenze strutturali, documentate anche con riprese fotografiche e filmate, dovute anche alla vetustà degli edifici. Sono state notate estese macchie di umidità a soffitti e pareti, intonaci scrostati e cadenti in vari punti; le celle anguste ed in alcuni casi fatiscenti; i servizi igienici di alcune celle sono risultati sporchi, con urine sul pavimento e cattivo odore. L’edificio denominato terza sezione è parzialmente agibile per lavori di ristrutturazione attualmente in corso. Al piano terra denominato reparto Pesa sono attive tre celle con 11 internati in osservazione più problematici, 6 posti occupati nella prima cella e le altre due celle occupate dagli altri 5. Al primo ed al secondo piano rispettivamente denominati reparto Arno e reparto Torre, sono presenti le camere detentive. Il regime di apertura dalle 08:15 alle 18:00 con chiusura temporanea prevista alle ore 15:30- 16:15. La seconda sezione reparto ambrogiana è caratterizzata da un regime a celle aperte dalle ore 08:30 alle 21:00 ininterrottamente. Gli internati ivi presenti, nel suddetto arco temporale, godono della massima libertà di movimento all’interno ivi compresa la sala ritrovo e il cortile interno. Anche detto padiglione è in fase di ristrutturazione con alcune celle già ultimate. All’interno dell’istituto sono presenti numerosi spazi all’aperto: un campo da calcio, un’area verde. Durante il sopralluogo sono stati controllati gli armadietti farmaceutici compreso i farmaci a base di sostanze stupefacenti e la relativa registrazione: in merito non sono state riscontrate violazioni. Nel corso del controllo è stata acquisita copia del documento riportante l’organizzazione del servizio sanitario datato 21 maggio 2010.

RELAZIONE SUI SOPRALLUOGHI EFFETTUATI IN DATA 23 LUGLIO 2010 PRESSO GLI OSPEDALI PSICHIATRI GIUDIZIARI

DI REGGIO EMILIA E CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (MN)

Una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, composta dal Presidente Sen. Ignazio R. Marino, dalla sen. Albertina Soliani, dalla Sen. Donatella Poretti, dal Sen. Daniele Bosone e dal Sen. Michele Saccomanno, assistita dal consigliere parlamentare Dott. Silvio Biancolatte, dal coadiutore parlamentare sig. Giampiero Bistoncini, dall’assistente Sig.ra Francesca lachetti, dai consulenti Dott. Lorenzo Sommella e Dott. Luca Tarantola, dai componenti il nucleo di polizia giudiziaria della Commissione Lgt. Gaetano Caggiano, Mar. Ca. Claudio Vuolo e Mar. Ca. Massimo Tolomeo, in data 22 luglio 2010, con la collaborazione di personale dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità di Parma e Cremona, ha effettuato un sopralluogo presso gli OPG di Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere (MN)

OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI REGGIO EMILIA

L’OPG di Reggio Emilia ha sede nella periferia della città, in via Settembrini n. La struttura, vista dall’esterno, appare di recente realizzazione ed è disposta su vari livelli collegati tra loro sia da scale che da ascensore, mentre all’interno si presenta in scadenti condizioni strutturali a causa di copiose infiltrazioni e segni di umidità, servizi igienici vecchi ed in cattivo stato di manutenzione, locali doccia sudici, con pavimenti e pareti costantemente bagnati a causa, verosimilmente, della scarsa areazione. L’ospedale consta di 7 sezioni dotate di celle concepite per una, massimo due persone, ma che in alcuni casi, malgrado l’esiguità degli spazi (circa 9 mq.), previa adozione di letti a castello, ospitano anche tre persone. Allo stato, malgrado una capienza ufficiale di 132 persone ed una capienza cd. tollerabile di 254 persone, ospita ben 274 pazienti. Dapprima veniva visitato il secondo piano dove ha sede il reparto denominato “Antares” munito di celle/camere a due o tre posti letto con servizio igienico e dove veniva notata l’esistenza di un locale doccia in disuso a causa delle forti infiltrazioni che avevano causato una presenza massiva di macchie e muffe, sia alle pareti che al soffitto; nel medesimo reparto si nota una sala per la lettura; una operatrice intenta ad assistere un paziente per l’igiene personale, riferisce che a fronte di 58 ospiti (su quel piano) sono funzionanti soltanto tre impianti doccia; ad una parete del corridoio si nota un cartello riproducente i turni di gioco a carte ed altro. Il sopralluogo veniva esteso al primo piano ove si accertava la presenza di un ufficio di immatricolazione, uno studio per il medico di guardia, un’infermeria, una sala per i medici ed il reparto denominato “Orione” munito di camere con uno o due posti letto e servizio igienico. Sia nell’uno che nell’altro reparto visitati, all’esterno delle camere/celle è riportato il nominativo degli ospiti e costoro partecipano all’esecuzione delle attività di pulizia degli ambienti. Nel corso della verifica è stata inoltre accertata la presenza di un paziente in regime di contenzione previa adozione di letto metallico fissato al pavimento ed apposite fasce: quella addominale e quelle atte a tenere pressoché immobili gli arti: in merito si è presa visione del registro delle contenzioni ed è stato accertato trattarsi del sig. G.R., sottoposto a tale regime da 5 giorni essendo autore di atti di violenza che avevano messo a rischio sia esso stesso che operatori della polizia penitenziaria e sanitario. Nella circostanza, è stata accertata l’assenza di un campanello per richiamare l’attenzione degli operatori sanitari che si trovano in una stanza attigua e l’impossibilità di regolare l’inclinazione della testiera del letto. Il controllo veniva esteso ai farmaci che risultavano collocati in appositi armadietti muniti di serratura. I farmaci a base di sostanze stupefacenti, custoditi in cassaforte, risultavano regolarmente registrati. Al termine dell’ispezione, la Commissione interloquiva con i responsabili della struttura e dal colloquio emergeva che la contenzione dei pazienti era ormai una pratica in estinzione, cui si faceva ricorso soltanto nei casi di impossibilità ad intervenire diversamente. L’abbandono quasi totale della pratica di contenzione, a dire degli operatori, è stata possibile soltanto a seguito dell’apertura delle camere/celle, di alcuni reparti, per gran parte della giornata. Inoltre, emergeva che a fronte di 274 pazienti, vi sono 75 tra medici ed infermieri ed 80 appartenenti alla polizia penitenziaria. Nella circostanza, è stata evidenziata l’esistenza di vari spazi che previa autorizzazione potrebbero essere utilizzati per gli ospiti in modo da evitare che alcuni di essi alloggiassero in tre, in camere di soli 9 mq. All’uopo, il Direttore ha riferito che il sovraffollamento della struttura è causato anche dall’assenza di strutture alternative sul territorio.

Durante il controllo è stata acquisita copia della seguente documentazione:

  • elenco riproducente il numero degli internati distinto per categoria
  • elenco numerico del personale della polizia penitenziaria ed il personale del ruolo civile
  • registro delle contenzioni

OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI CASTIGLIONE DELLE STIVIERE

L’ OPG di Castiglione delle Stiviere è ubicato alla periferia del paese, all’interno di un parco in collina, l’ingresso è recintato e la stazione ferroviaria più vicina è Desenzano sul Garda. La struttura che dal 1990 ospita pazienti donne e dal 1998 anche uomini, risulta essere frutto di una convenzione stipulata tra l’azienda ospedaliera “Carlo Poma” di Mantova ed il Ministero della Giustizia e, pertanto, si configura come struttura essenzialmente sanitaria, senza la presenza costante di personale della polizia penitenziaria. L’ ospedale consta di vari edifici, in condizioni strutturali verosimilmente buone, dislocati in un ampio parco verde recintato, all’interno del quale vi sono alberi ad alto fusto, una piscina ed alcune zone attrezzate con tavoli, sedie, panche, etc.. All’ingresso si nota un grande spazio aerato ed illuminato, con un tavolo ove alcune impiegate svolgono attività di reception e segreteria. I reparti di degenza, denominati “Virgilio”, “Acquarius”, “Morelli” ed “Arcobaleno”, sia per quanto riguarda l’aspetto strutturale che per ciò che attiene quello igienico-sanitario, sono da ritenersi idonei essendo dotati di pareti, soffitti, pavimentazione, infissi ed impianti in buono stato. Sullo stesso piano si trova l’infermeria nella quale sono regolarmente custoditi i farmaci, tutti in corso di validità ed in particolare, quelli a base di sostanze stupefacenti, in cassaforte e corrispondenti ai quantitativi riportati in apposito registro. Il controllo esteso al primo piano presso il reparto denominato “Virgilio” confermava la validità della struttura e la presenza di stanze in ordine con biancheria nuova e pulita (le lenzuola vengono sostituite, a seconda delle esigenze, una volta al giorno oppure due volte alla settimana). All’esterno di tutte le camere si nota un cartellino sul quale sono riportati i nominativi degli ospiti i quali possono spostarsi anche nel corso della notte avendo le porte sempre aperte. Ai degenti non è consentito fumare negli spazi chiusi e comuni ma esiste una stanza apposita dotata di aspiratore. Le camere, tutte con buono standard alberghiero, hanno due o tre posti letto ma, da qualche giorno, in alcune stanze è stato aggiunto un altro posto letto; le porte sono di tipo normale e le uniche grate metalliche sono apposte alle finestre; i degenti possono personalizzare gli arredi della propria stanza. Il personale infermieristico appare motivato e curato sia nella persona che nell’uniforme. In ogni reparto esiste una stanza per l’eventuale contenzione ed all’uopo il direttore riferiva che vi veniva fatto ricorso soltanto sporadicamente, per brevissimi periodi di tempo e solo in caso di mancanza di alternativa. La struttura è dotata, altresì, di porte antincendio dotate di un particolare sistema di sicurezza: sono costantemente chiuse e non possono essere aperte dai degenti ma, in caso di urgenza, vengono tutte automaticamente sbloccate. I pazienti hanno a disposizione la scuola elementare e media, una piscina, una palestra ed una sala per la pittura e possono imparare a rilegare volumi ed a fare il pane. Inoltre, unico caso in Italia, vi è un reparto femminile formato da due sezioni denominate ‘Rosa” e “Mimosa”. Questa parte della struttura, pur essendo alquanto vetusta, si presenta pulita e decorosa; le pazienti possono usufruire di un piccolo bar; gli impianti doccia sono aperti dalle ore 07:00 alle 09:00 e dalle ore 14:00 alle 15:00 di tutti i giorni (alcune pazienti riferivano di aver bisogno di usufruire delle docce anche in altre ore della giornata).

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