casuI D.Drer & Crc Posse  nel CD “in sa terra mia”cantano per Il Signor Giuseppe e per la campagna contro la contenzione che parte da Foggia:

Giuseppe Casu, è un venditore ambulante di frutta e verdura nella città di Quartu Sant’Elena. È un abusivo: non ha il diploma elementare, necessario per accedere alla licenza. La mattina del 15 giugno, per la sua attività “illecita”, per la seconda volta in due giorni consecutivi, riceve dai vigili urbani una multa di cinquemila euro. Il Comune di Quartu Sant’Elena ha scatenato un’offensiva contro i venditori ambulanti abusivi. Lo sgombro di Giuseppe Casu è stato accuratamente preparato tanto che quella mattina la redazione di Quartu dell’Unione Sarda ha allertato un fotografo, alle 11.30 in piazza IV Novembre, per testimoniare lo sgombro.

Giuseppe Casu protesta e rifiuta di rimuovere il banco di vendita. Passa una macchina dei carabinieri. Si ferma: i due carabinieri dalla macchina discutono con Casu che a un certo punto getta contro la macchina una bottiglia d’acqua. Nasce un tafferuglio. Viene immobilizzato a terra e gli vengono messe le manette. Intervengono i medici del Centro di salute mentale della zona, allertati dai vigili urbani, e dispongono un Trattamento sanitario obbligatorio con la diagnosi di “agitazione psicomotoria.” Giuseppe Casu viene trasferito in ambulanza al SPDC di Cagliari dove viene contenuto, dopo aver rifiutato ostinatamente i farmaci. Rimane legato per sette giorni finché alle sei del mattino del 22 giugno viene trovato morto. Tromboembolia polmonare dirà l’autopsia. La famiglia si rivolge all’associazione dei familiari ASARP.

Il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale di Cagliari, quando è informato della morte dell’uomo ricoverato nel SPDC e legato al letto per sette giorni, istituisce una commissione costituita dal direttore sanitario dell’Azienda, dal direttore del Dipartimento di salute mentale e da un medico legale con il compito “di valutare se è stata fornita adeguata assistenza sanitaria al paziente durante tutto il periodo del ricovero, e all’interno di essa se fossero state poste in essere pratiche di contenzione fisica, farmacologica o entrambe”. Vengono incriminati il primario e due medici del servizio. Dopo i due gradi di giudizio e fatti inquietanti che vengono alla luce tutti vanno assolti. .

(da G. Del Giudice -“…e tu slegalo subito. Sulla contenzione in psichiatria”- collana 180 archivio critico della salute mentale – edizioni AB verlag Merano)

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