” La contenzione non era necessaria”

La morte di Giuseppe Casu era un “evento prevedibile e prevenibile”, causato da una contenzione troppo prolungata. Queste le conclusioni dei periti del Tribunale di Cagliari sul caso dell’ambulante di Quartu morto il 22 giugno 2006 dopo un Trattamento Sanitario Obbligatorio in Psichiatria al Santissima Trinità. 

Le responsabilità, secondo la perizia, sono in capo al primario Gian Paolo Turri e al medico curante Maria Rosaria Cantone, entrambi sotto processo per omicidio colposo. Nella perizia, che sarà discussa l’11 ottobre prossimo si legge anche che Giuseppe Casu non avrebbe dovuto essere legato, perché non c’era pericolo di vita ma solo una fase acuta di delirio. 

Casu arrivò a Is Mirrionis per un trattamento sanitario obbligatorio disposto dal sindaco di Quartu ed eseguito in piazza IV Novembre il 16 giugno 2006. Era molto agitato e secondo i medici in preda a crisi difficili da gestire che lo rendevano violento e pericoloso, per se’ e per i medici. Per questo fu legato al letto. Morì per “insufficienza cardiaca correlabile ad una aritmia, evento compatibile con gli effetti collaterali dell’azione del principio attivo dell’aldoperidolo. 

Da quanto si legge nella perizia “Nel caso del paziente Casu, non ricorre quasi mai il requisito dell’attualita’ del pericolo di vita che avrebbe motivato una contenzione”, spiegano riguardo alla necessita’ di tenerlo legato al letto, perché il paziente delirava e dunque “al più avrebbe delirato con maggiore intensità. E non risulta in letteratura che mai nessuno sia morto per delirio o allucinazioni”.

(pubblicata da Radio Press, www.radiopress.it,  il 28 settembre 2010)

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