salute-mentale-cop-877x400[articolo uscito su retisolidali.it]

Poche strutture residenziali e posti letto nei servizi di diagnosi e cura e poca continuità ospedale-territorio. Ma, soprattutto, pochissimo personale

Il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza #NextGenerationItalia destina alla Salute solamente 9 miliardi sui 196 che arriveranno dall’Europa con il Recovery Plan. E per la destinazione di questi 9 miliardi non si fa cenno alla salute mentale. Un grosso problema, tanto più che nel nostro Paese ci sono molti problemi aperti nei servizi per la salute mentale e profonde diseguaglianze tra regioni.

In questo contesto Fabrizio Starace, in un articolo uscito su quotidianosanità.it, propone un’analisi sintetica della situazione regione per regione. Il testo completo dell’analisi si trova nel quaderno della Società Italiana di Epidemiologia psichiatrica intitolato La Salute mentale nelle Regioni. Diseguaglianze di sistema, a cura di Starace e Baccari, che si può scaricare a questo link. È uno strumento utile per cogliere le criticità di ogni regione, comprenderle e ragionare – finalmente – su possibili future programmazioni.

I dati del Lazio

Guardando i dati che Starace cita per il Lazio, emerge un quadro preoccupante. Nei servizi per la salute mentale si scoprono carenze diffuse rispetto all’offerta di strutture territoriali (quasi il 32% in meno rispetto al dato nazionale), strutture semiresidenziali (-34,5%), posti letto in SPDC (-31%), offerta residenziale (-35,0%).

La dotazione di personale risulta molto inferiore rispetto al dato nazionale (-68%), nonostante le voci di spesa non siano molto difformi dalla media nazionale. Sono inferiori alla media nazionale anche i ricoveri in SPDC e la durata complessiva delle degenze (rispettivamente -20% e -13%), le dimissioni con diagnosi psichiatrica (-57%) soprattutto. In compenso c’è una più ampia presenza dell’utenza in strutture residenziali (+35%) e un tasso di nuove ammissioni nell’anno presso queste strutture maggiore del 73,2% rispetto alla media. I servizi territoriali mostrano una buona capacità di intercettare la nuova domanda di salute mentale (incidenza trattata: +26%), anche per la diagnosi di schizofrenia (+74%).

Purtroppo però le prestazioni per utente sono inferiori al dato medio nazionale di quasi il 20%, anche se sembra esserci una certa efficacia nel gestire i casi di crisi, visto che i TSO hanno un tasso più basso del 24,5%. Tuttavia manca la continuità tra struttura ospedaliera e territorio, visto che a distanza di 14 giorni le persone ancora in contatto con i servizi sono decisamente inferiori alla media (più del 59%). Nel Lazio infine i farmaci sono utilizzati un po’ meno che altrove (-10% circa), mentre gli antipsicotici e i sali di litio sono prescritti in misura lievemente superiore.

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