Il seminario del Redattore sociale sul giornalismo sempre più disorientato. Don Albanesi: «Cogliere i legami tra gli eventi e collocarli nella giusta prospettiva storica e temporale» di Marta Rovagna

Curiosità, onestà e memoria. Sono queste le tre “parole chiave” contro il disorientamento suggerite dal presidente della Comunità di Capodarco, don Vinicio Albanesi, all’apertura dei lavori della XVI edizione del seminario di formazione per giornalisti, organizzato dall’agenzia di stampa Redattore sociale con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti, della Federazione nazionale stampa italiana e dell’UsigRai. Il tema della tre giorni, che si è conclusa ieri (29 novembre 2009) nella splendida cornice della Comunità di Capodarco di Fermo, tra il mare Adriatico e la corona innevata dei monti Sibillini, è stato quello del disorientamento: “Disorientati. Giornalisti in cerca di bussole per capirci qualcosa”.

Diversi gli ospiti che si sono succeduti nel corso del seminario, che ha affrontato, con la guida di esperti del settore, i temi della crisi economica, del tragico equivoco sul tema sicurezza e delle sue conseguenze nel mondo dell’immigrazione, del carcere e dell’emergenza sovraffollamento, della psichiatria e dei paradossi italiani in tema di salute psichiatrica. Tra i relatori Saskia Sassen, docente della Columbia University ed esperta di globalizzazione; Mario Calabresi, direttore del quotidiano La Stampa; Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati; Giuseppe Dell’Acqua, responsabile del dipartimento di Salute mentale di Trieste; Giancarlo Blangiardo, ordinario di demografia all’Università Milano Bicocca e responsabile del monitoraggio statistico della Fondazione Ismu di Milano; e Roberto Natale, presidente della Fnsi.

Al centro del dibattito il tema dello smarrimento e degli strumenti da utilizzare per ritrovare ‘la bussola’ in mezzo ad una dimensione «di forzatura – ha spiegato don Albanesi – della narrazione della realtà». Bisogna, quindi, cercare di fronteggiare ed analizzare «la sensazione, sgradevole e poco raccontata della nuova e frequente incapacità di cogliere i legami tra gli eventi di cui si tenta il racconto, di collocarli in una prospettiva storica o almeno temporale, di fare legittimamente ricorso alla memoria». Al banco degli imputati quindi è andata la mancanza di autonomia, l’«imbarazzante dipendenza dalla politica», a detta di diversi relatori, e il futuro stesso del giornalismo in relazione ai nuovi media.

E una vera e propria bussola è stata fornita ai giornalisti partecipanti al seminario: la nuova edizione 2010 della “Guida per l’informazione sociale”. E anche il “Diversity Toolkit”, guida alla diversità culturale nei programmi di informazione del servizio televisivo pubblico europeo, e le Linee guida per i media su Minori stranieri e giustizia minorile”.

Ma non si è parlato soltanto di informazione. A portare un contributo importante nella riflessione sulla crisi economica è stata la sociologa americana Sassen, che ha riflettuto, il primo giorno del seminario, sul problema della finanza virtuale e delle disastrose conseguenze economiche a livello globale. Una finestra è stata aperta anche sull’Africa e sulle guerre dimenticate: tra i relatori due rifugiati somali che hanno raccontato la loro esperienza. Quindi Loris De Filippi, responsabile delle operazioni di Medici senza Frontiere Italia e Boldrini, che ha ricordato insieme ai familiari i dieci anni dalla scomparsa di Paola Biocca, la portavoce del World Food Programme morta in un incidente aereo in Kosovo nel ’99.

tratto da: http://www.romasette.it 30/11/2009

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