giornali“L’uso delle parole innanzitutto, non abbiamo paura di dire che c’è bisogno di educarci all’uso preciso delle parole”: lo ha detto a Trieste il Presidente fnsi Roberto Natale. Presenti e testimonial dell’iniziativa l’attore Fabrizio Gifuni e la scrittrice Dacia Maraini.

L’iniziativa è stata realizzata in occasione dei lavori del Forum “Impazzire si può”, primo convegno internazionale ideato e partecipato da persone con l’esperienza del disturbo mentale, in programma fino a domani a Trieste negli spazi del Dipartimento di Salute Mentale nel Parco di San Giovanni. Dopo la Carta di Treviso in difesa dei minori e quella di Roma per i migranti, a Trieste in occasione dell’incontro “Impazzire si può” le associazioni e le persone con l’esperienza del disagio mentale hanno interrogato i giornalisti e spiegato come vorrebbero si parlasse di salute mentale. Info: www.forumsalutementale.it

Si tratta di un codice etico per superare i luoghi comuni che caratterizzano l’informazione che utilizza spesso termini stigmatizzanti e lesivi della dignità umana. Un glossario e un decalogo di buone pratiche giornalistiche e una bozza suddivisa in punti come ad esempio il rispetto della verità dei fatti o l’uso limitato di termini relativi alla psichiatria nelle notizie come “leader politico schizofrenico”, “raptus di follia”. La bozza verrà proposta alla Federazione nazionale della stampa e all’Ordine dei giornalisti con l’obiettivo di inserire la Carta di Trieste tra le materie d’esame di stato per l’iscrizione all’Albo professionale, ma anche l’istituzione di un osservatorio permanente sull’informazione relativa alla salute mentale. “Anche sui temi del disagio mentale dobbiamo ragionare. Le parole che usiamo e trattiamo nella informazione riguardano anche persone che attraversano il disagio mentale – ha sottolineato il presidente della Fnsi Roberto Natale ospite all’incontro – Sono temi che spesso assumono significati offensivi per le persone interessate. Dobbiamo quindi ragionare su come usare meglio le parole. Abbiamo grande interesse a proseguire su questo percorso che oggi a Trieste muove un rilevante passo. Il modo in cui raccontiamo le questioni della salute mentale è uno dei tanti esempi delle carenze qualitative che il nostro giornalismo mostra. Non chiediamo al giornalismo di essere più buono ma dobbiamo saper raccontare i fatti le notizie socialmente rilevanti in maniera precisa. L’uso delle parole innanzitutto, non abbiamo paura di dire che c’è bisogno di educarci all’uso preciso delle parole. E’ un lavoro lungo cambiare il linguaggio dei giornalisti ed è fondamentale soprattutto la formazione dei giornalisti”. Testimonial dell’incontro Dacia Maraini intervenuta al telefono e Fabrizio Gifuni, il Basaglia della fiction tv “C’era una volta la città dei matti” diretta da Marco Turco. “Ho lavorato diversi mesi qui – ha raccontato Gifuni – durante le riprese della fiction nel Parco di San Giovanni ex ospedale psichiatrico. Ho un debito di riconoscenza verso gli operatori e gli utenti che animano questo luogo. La Carta di Trieste rappresenta un’iniziativa preziosa in questo momento per prendere coscienza del peso delle parole, perché le parole possono essere pietre.” All’incontro erano presenti anche i giornalisti ed esperti di comunicazione Santo Della Volpe, Pier Aldo Rovatti, Peppe Giulietti, Massimo Cirri, Kenka Lekovich, Iva Testa, Carla Toffoletti, Laura Berti, Gabriella Ziani.

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