«Ridare speranza è il più potente antidoto al rischio di suicidio». Lo dice Psichiatria Democratica che interviene dopo gli ultimi due episodi di suicidio in carcere – a Lecce e a Milano – che hanno fatto salire a 31 le morti in prigione dall’inizio dell’anno. Una situazione gravissima legata «tanto ad aspetti istituzionali che a gravi condizioni psicologiche sofferte dalle persone incarcerate, rese ulteriormente fragili dalle condizioni di restrizione, dal sovraffollamento, dalla mancanza di programmi di reinserimento reale e, non ultima, dalla progressiva riduzione delle misure alternative alla detenzione verificatasi in questi anni», ha detto il segretario nazionale Emilio Lupo. Per questo Cesare Bondioli – responsabile della Commissione nazionale carceri e opg di Psichiatria democratica – ha ricordato che occorrerebbe rimettere in pista processi di umanizzazione delle carceri, a partire dalle forme alternative di detenzione ma non solo: preparazione a uscire dal carcere, formazione professionale. In definitiva ripristino della di una cultura della pena intesa come possibilità di emenda e reintegrazione sociale.

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