ROMA – Rivedere o applicare la legge Basaglia? Il dibattito torna con una certa periodicità e ora, a oltre 30 anni dalla 180, la norma che abolì i manicomi, si riapre il confronto alla Camera. La settimana scorsa, con una relazione iniziale del vice presidente della commissione Affari sociali, Carlo Ciccioli, primo firmatario di una delle diverse proposte di legge presentate, si è avviato l’iter, che riprenderà la settimana prossima. “Il nostro obiettivo- sintetizza il presidente dell’organismo di Montecitorio, Giuseppe Palumbo- è migliorare la Basaglia, tutti riconoscono che ci sono regioni che hanno centri di assistenza e alte no. Nessuno vuole tornare ai manicomi- premette Palumbo- ma vogliamo migliorare l’assistenza ai malati e alle famiglie”. D’altronde, continua Palumbo, “sono passati trent’anni. Sono cambiate tante cose anche sul profilo medico”.

La commissione procederà con una serie di audizioni e, pur non essendo ancora deciso su quale testo lavorare, il Pd è in allarme: “E’ una questione delicata- avverte Anna Margherita Miotto- l’esigenza sollevata è giusta, ma temiamo una risposta sbagliata”. Ossia? “E’ vero che non ovunque ci sono strutture adeguate, soprattutto per la fase successiva alla diagnosi e cura che si occupa della fase acuta, ma prima di buttare il bambino con l’acqua sporca dovremmo chiederci perché la legge 180 non sia stata applicata dappertutto con la stessa efficacia”. Il timore dei democratici è presto detto: “La maggioranza vuole sostanzialmente riprodurre una logica segregante, non saranno i manicomi, ma comunque strutture istituzionalizzate per i malati. Noi non vogliamo tornare indietro”. Peraltro, sottolinea Miotto, se il problema è solo quello di applicarla “non serve una legge: è responsabilità delle Regioni organizzare le strutture protette”.

(da Agenzia Dire)

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