(ANSA) – ROMA, 29 DIC – ”Era ora!”. E’ con soddisfazione che l’associazione delle famiglia di malati psichiatrici ARAP (Associazione per la riforma dell’assistenza psichiatrica) accoglie l’apertura del ministro delle Pari opportunita’ Mara Carfagna ad una revisione della legge 180 sulla psichiatria. ”Era ora – ha affermato il vicepresidente Arap Emilio Covino – che la politica si accorgesse dell’esigenza di una revisione della legge sulla psichiatria in Italia. Con l’introduzione della legge 180, infatti, la vita delle famiglie che hanno un parente malato non e’ certo migliorata, perche’ si trovano a dover affrontare molti problemi, tra cui quello del trattamento terapeutico, completamente da sole”. La ”nostra associazione – ha aggiunto Covino – e’ nata, nel 1981, proprio perche’ ci siamo accorti che la situazione non era cambiata in meglio dopo l’introduzione della legge. C’e’ infatti una completa mancanza di collegamento tra le famiglie e i dipartimenti di salute mentale, specialmente per quel che riguarda i malati che rifiutano di essere curati”. ”Nella legge 180 – ha spiegato l’esponente Arap – si parla di accertamento sanitario obbligatorio. Opzione pero’ che di fatto non viene effettuata. Per questo, appoggiamo un ddl promosso dal pdl e che dovrebbe presto essere calendarizzato in commissione Sanita’: il provvedimento e’ infatti un tentativo di migliorare la legge e prevede ad esempio che il trattamento sanitario obbligatorio non sia limitato nel tempo ma abbia una durata congrua alle singole situazioni e possa anche essere prolungato. Questo perche’ – ha aggiunto – si deve uscire da un’ottica meramente burocratica e riprendere a considerare la psichiatria come un fatto medico”. Certamente, ha rilevato il vicepresidente Arap, ”l’obiettivo che la legge si prefiggeva, ovvero la chiusura dei manicomi, e’ stato raggiunto, ma il problema e’ che non e’ stata offerta una valida alternativa a sostegno delle famiglie con un malato psichiatrico ed oggi – ha sottolineato – le famiglie sono nelle grande maggioranza dei casi lasciate sole con i loro problemi”. Tra le altre proposte lanciate dall’associazione, vi e’ dunque quella di creare delle strutture che possano ospitare i malati, diverse dai manicomi, ma in cui al tempo stesso i pazienti possano essere seguiti medicalmente in maniera costante.(ANSA).

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