La commissione d’inchiesta chiede gli atti all’assessore Russo «Valuteremo gli atti per eventuali adempimenti di competenza»

«La Commissione d’inchiesta intende acquisire ogni dato utile a conoscere lo svolgimento dei fatti, sia in merito alle eventuali criticità organizzative riscontrate, che in ordine ad iniziative amministrative, sanzionatorie assunte a fronte di eventuali responsabilità individuali».

Il presidente della commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, ha scritto all’assessore alla sanità della Regione Sicilia, Massimo Russo, chiedendo una relazione sulla morte di Stefano Biondo, il giovane di 21 anni, deceduto il 25 gennaio scorso all’interno di una casa famiglia di via Madonie, al Villaggio Miano.

«La Commissione d’inchiesta che presiedo, senza pregiudizio per le indagini in corso da parte della competente autorità giudiziaria – si legge sulla lettera inviata dal presidente Orlando – intende acquisire ogni dato utile. La documentazione acquisita sarà valutata per eventuali, ulteriori adempimenti di competenza».

Biondo, che soffriva di disturbi psichiatrici, era stato ricoverato due anni e mezzo nel reparto di psichiatria dell’ospedale perchè, a causa delle crisi alle quali era soggetto, nessuna comunità terapeutica lo aveva accolto.

In seguito ad un provvedimento giudiziario era stata finalmente individuata una struttura disposta a prenderlo in cura: il giovane era arrivato il 24 gennaio scorso, ma dopo appena 24 ore, dopo una crisi, i famigliari erano stati avvertiti che il ragazzo sarebbe stato riportato in ospedale. Giunti nella comunità, la sorella di Stefano, che è anche la tutrice, Rossana La Monica, ha spiegato di aver trovato il fratello «buttato a terra con i polsi legati con un cavo elettrico».

Biondo era assistito oltre che dal personale sanitario della casa famiglia anche da un infermiere dell’ospedale. Era stata chiamata l’ambulanza del 118, ma l’ambulanza sembra fosse giunta priva di strumenti di rianimazione e di defibrillatore. Quando era finalmente arrivata l’ambulanza attrezzata al caso, il giovane era ormai deceduto.

L’on. Marino: «Fare chiarezza»

«Se confermata, si tratta di una vicenda agghiacciante: come è possibile che, in un Paese civile, un ragazzo di 21 anni con problemi psichiatrici sia stato legato con un cavo elettrico e lasciato a terra? Non solo è stato violato il diritto costituzionale alla tutela della salute ma è mancata ogni pietà umana verso un giovane che avrebbe dovuto essere curato». Così Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale. «Ho chiesto di avviare una istruttoria ai carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione – ha spiegato Marino – vogliamo acquisire la cartella clinica del giovane e ogni ulteriore utile elemento di conoscenza su quanto avvenuto. Tutte le informazioni verranno poi presentate al prossimo ufficio di presidenza e valuteremo la possibilità di inserire il caso nell’inchiesta sulla salute mentale e gli ospedali psichiatrici giudiziari».

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