In Italia accade di tutto. Ma al Sud anche di più. Accade, per esempio, che a Benevento l’associazione di familiari – “La Rete sociale” – debba aprire un blog per difendersi da oscuri interessi che rendono più lungo che altrove, l’elenco dei “diritti negati” ai malati mentali.

Il blog ”I lenzuoli bianchi” , infatti, nasce dalla protesta di centinaia di cittadini contro le manovre politiche che minacciano l’esistenza dell’unico servizio psichiatrico di emergenza (SPDC) di tutto il Sannio.

Un SPDC continuamente alla ribalta della cronaca per episodi che hanno poco a che fare con la cura dei sofferenti psichici: come quando è stato ricoverato per oltre 2 mesi un camorrista che secondo le accuse della Procura di Napoli, avrebbe fatto estorsioni dal reparto ricevendo in visita le sue vittime – e finora nessuno è stato punito per questa “anomala degenza” – o come adesso che il reparto è stato travolto dalla tempesta giudiziaria scatenata dall’indagine sui coniugi Mastella, accusati di gestire in maniera clientelare la sanità campana: in entrambi i casi il clima di conflittualità generatosi all’interno, contrasta con la serenità che dovrebbe caratterizzare questo genere di struttura e che nessuno si preoccupa di ricomporre.

In un contesto del genere, dove spesso saltano i diritti più elementari del vivere civile, come si fa a parlare dei “diritti negati” del malato mentale? Non a caso, non se ne parla. Perché il silenzio o l’informazione distorta sono l’arma più efficace di chi gestisce il potere politico e mediatico.

Perciò abbiamo aperto da mercoledì scorso il blog dei “Lenzuoli bianchi” : anche per fare contro-informazione, per scoprire e denunciare, per aiutare raccontando.

Quanto alla possibilità di ripristinare almeno un minimo rispetto delle regole e dei diritti sensibilizzando i politici – senza i quali, da noi, non si muove foglia – chiediamo aiuto a voi amici del Forum di Salute Mentale. L’unica cosa, infatti, cui gli amministratori di casa nostra prestano attenzione è il numero dei voti che rischiano di perdere o che riescono a conquistare.

E allora, se volete, linkate il nostro indirizzo internet ;  http://ilenzuolibianchi.wordpress.com

dove potete: perché facendo aumentare il numero di contatti con il nostro Blog, ci darete una mano a “contare di più”.

Grazie

2 Comments

  1. I problemi legati alla salute mentale,non sono solo relativi all’SPDC ma anche sul territorio ci sono varie problematiche,basti pensare che gli utenti si lamentano della non continuità terapeutica;perchè grazie a qualche categoria sanitaria,il C I M è aperto solo 12 ore quindi di notte e i giorni festivi questa fascia di utenza si ritrova senza personale qualificato e senza una rete di aiuto.Quando il CIM era aperto 24 ore,nelle ore notturne arrivavano di media 4 o 5 contetti telefonici di utenti che avevano bisogno di un sostegno(aiuto)e a volte si tranquillizzavano con un colloquio telefonico.tutto ciò manca.Basti pensare che queste persone con un tale disagio di notte si sentono ancora più sole senza un aiuto,quindi perchè non ci attiviamo per dare a questa fascia di utenza ciò che gli è stato tolto???

  2. ilenzuolibianchi

    Caro Linus come Associazione Familiari di Benevento siamo perfettamente d’accordo con te: un CSM non può funzionare come un ufficio postale. Cioè con gran parte delle attività dalle 8,00 alle 14,00; con poche e rarefatte presenze nel pomeriggio; e sportelli chiusi dalle 20 in poi nonché il sabato e i festivi. Ripristinare almeno il funzionamento del CSM di Benevento “h 24” dotandolo anche della disponibilità di un paio di posti letto è stata, infatti, la prima richiesta da noi rivolta quest’estate ai vertici sanitari: che si erano dimostrati favorevoli, ma sono stati decapitati dall’inchiesta giudiziaria sulla malasanità in Campania e sui coniugi Mastella. Oggi al loro posto ci sono commissari con i quali bisogna ricominciare daccapo a spiegare il problema. Non solo: bisogna vincere le ostilità verso il CSM in funzione “24 ore su 24” di quei medici e paramedici che hanno appoggiato un’organizzazione del servizio che tiene conto più delle proprie esigenze che delle necessità degli utenti, i quali solo da quest’anno sono rappresentati in maniera più incisiva da un’associazione di familiari e possono “parlare” attraverso un blog . E allora seguici ancora, perchè nei prossimi giorni pubblicheremo ciò che stiamo scoprendo proprio su questo tema: e cioè, che nella metà degli anni 90’ la salute mentale a Benevento era avviata verso un promettete futuro bloccato da una “strana” rovinosa caduta dovuta non a mancanza di fondi o di figure professionalmente valide, ma a pesanti ingerenze politiche e al conflitto all’ultimo sangue scatenatasi tra alcuni dirigenti “politicamente forti”. Una situazione catastrofica per colpa della quale ai pazienti del Sannio è stato spesso negato il “diritto ad essere curato” provocandone addirittura la morte.

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