In contemporanea allo sfarzo e alle luci patinate del Vinitaly, Verona ha ospitato anche la nostra manifestazione dal titolo “Vinoebufalitaly, gli altri volti del bicchiere”.

Questo evento, ispirato al libro di Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada “Vino e bufale, tutto quello che vi hanno sempre dato da bere a proposito delle bevande alcoliche” (Stampa Alternativa, 2009), ha cercato di dare visibilità a ciò che la ribalta politico-mediatica di Vinitaly si sforza di oscurare.

Il senso della manifestazione è ben sintetizzato nel seguente Manifesto minimale di sei punti, irrinunciabili per la corretta informazione su vino, alcolici e salute, sottoscritto da autorevoli professionisti di questa materia: 

1) Il vino e le altre bevande alcoliche non hanno mai effetti positivi per la salute.

2) Le bevande alcoliche sono la prima causa di morte per i giovani europei tra i 15 e i 29 anni.

3) Il vino e le altre bevande alcoliche sono la seconda causa evitabile di cancro dopo il fumo di sigaretta. Per numerosi tumori il rischio aumenta significativamente già con uno-due bicchieri al giorno.

4) In Italia il vino è la bevanda alcolica più consumata ed anche quella che maggiormente contribuisce a determinare rischio e danno alla salute della popolazione.

5) Dal punto di vista economico il vino e le altre bevande alcoliche rappresentano per il nostro Paese non un affare ma un costo. Per ogni euro legato al giro d’affari lo Stato ne spende almeno due.

6) Il coinvolgimento dei produttori di bevande alcoliche e delle industrie collegate in programmi di educazione è inaccettabile in quanto il loro supporto, diretto o indiretto, può essere visto come un tentativo di promuovere i consumi anche attraverso la prevenzione, enfatizzando il bere “responsabile e moderato” e negando il rischio assoluto del consumo degli alcolici.

Si tratta di informazioni indispensabili per una adeguata conoscenza degli effetti della bevanda “vino”, così pomposamente celebrata nel suo discorso inaugurale dallo stesso Presidente Napolitano.

Ma è significativa anche un’altra considerazione: Verona ha riproposto negli spazi che hanno ospitato Vinoebufalitaly un moderno esempio di lazzaretto e di isolamento mediatico: salvo qualche rara e coraggiosa eccezione (che ringraziamo, insieme a tutti coloro che hanno collaborato con noi), l’evento è stato pressochè completamente ignorato dall’informazione, nonostante l’ampia diffusione fatta a stampa e tv da parte degli organizzatori.

Hanno ignorato Vinoebufalitaly le centinaia di giornalisti ospiti signorili del Vinitaly, quelli dell’informazione allineata, ma, e questo dispiace di più, anche quelli che dovrebbero fare informazione vera, quelli che non dovrebbero tirarsi indietro quando si tratta di fornire notizie utili per la conoscenza di tutti, per quanto scomode possano essere.

Potremmo fare diversi nomi di testate e trasmissioni che si vantano di essere alternative, ma che, magari, tra gli sponsor hanno case vinicole o produttori di superalcolici o marchi di birra e che, nominalmente invitate hanno accampato scuse più simili a vere arrampicate sugli specchi che a risposte coerenti.

Ma è meglio lasciare perdere: nel lazzaretto di Vinoebufalitaly non si è nascosta la verità sul vino, quella sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dagli studi scientifici seri non sponsorizzati dalla lobby dell’alcol.

Quella verità che invece giornalisti compiacenti nascondono all’Italia.

Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada

(su facebook “Vino e bufale”: http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fhome.php%3Fref%3Dlogo%23!%2Fgroup.php%3Fgid%3D151853753553%26ref%3Dts&h=431d177acf2ccae6edad4b9e6aca2293 )

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