Il giorno 22 Settembre, dalle ore 16 alle ore 19, presso la sede del Ministero della salute (Lungotevere Ripa 1 – Roma) avrà luogo il dibattito attorno al Progetto di legge: “Rafforzamento dell’amministrazione di sostegno e abrogazione dell’interdizione e dell’inabilitazione” (vedi allegato).
A dieci anni dalla legge sull’amministrazione di sostegno, la questione della capacità e della libertà di amministrarsi torna a interrogarci. Paolo Cendon, Marco D’Alema e tanti altri hanno continuato a impegnarsi per portare a termine un disegno che vuole liberare le persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale dai residui arcaici delle culture psichiatrico-giuridiche che persistono da più di un secolo.
L’interdizione, gli articoli 414 e 415 del Codice Civile, come gli articoli 88 e 89 del Codice Penale, continuano a negare prospettive di normalità.
Dopo dieci anni, chi è impegnato sul campo della cura, della riabilitazione, del sostegno di persone a vario titolo impedite o infragilite nelle loro possibilità di riconoscere, di amministrare, di godere non solo di beni materiali, ma anche dell’intero repertorio dei loro diritti, a cominciare da quello alla salute, sa bene, ha sperimentato che lo strumento dell’amministrazione di sostegno è in grado di affrontare e risolvere anche i problemi più spinosi.
L’estensione dell’uso di questo dispositivo ha garantito a molti cure, progetti, programmi terapeutici e individuali che rappresentano oggi una delle più appropriate vie d’uscita dai dilemmi dell’abbandono, della cronicità, del rifiuto, della deriva sociale, dell’inerzia dei servizi, della negazione dei diritti.
Serve ancora l’interdizione?