Intervista a Peppe Dell’Acqua, autore del libro Fuori come va che ci racconta 30 anni di esperienza sul campo a stretto contatto con i familiari di chi soffre il disagio mentale

Oggi la presentazione della riedizione del volume :”Fuori come va ? Famiglie e persone con schizofrenia-Manuale per un uso ottimistico delle cure e dei servizi”, Feltrinelli Si tratta della terza edizione, la prima è uscita nel 2003 con Editori Riuniti, questa esce con Feltrinelli, con una serie di aggiornamenti relativi soprattutto ad alcune questioni chiave oggi che sono i percorsi di guarigione e di ripresa delle persone.

Perché il libro è stato rimesso in movimento da Feltrinelli?

Perché ha venduto 10 mila copie ed è molto richiesto sia nelle università che nelle scuole di formazione, ma soprattutto dalle Associazioni di familiari. Questo libro è stato scritto in realtà da me ma ascoltando tantissimo, in 25 -30 anni di lavoro, i familiari in tutti i programmi che facciamo di sostegno e di formazione dei familiari medesimi.

Perché il libro è attuale?

Il libro è un manuale ed è attuale perché i temi trattati 10-15 anni fa sono il nodo cruciale del “rinnovamento” nel campo della salute mentale in Italia, e quanto di più importante è stato fatto e quanto è necessario che i familiari sappiano e facciano. E’ una sorta di scambio di saperi : io sono portatore di un sapere professionale “condizionato”, i familiari che ho ascoltato in tutti questi anni sono portatori di un sapere “incondizionato”, un sapere dell’esperienza, delle cose che hanno sperimentato nel fuoco dei problemi che hanno dovuto affrontare.

Come è strutturato il libro?

Sono dieci capitoli su che cos’è comunicare, cos’è malattia, su che cos’è guarire, su cosa sono le Leggi della salute mentale che sono importantissime per i famigliari perché spesso vengono disattese in tutte le regioni d’Italia, cosa sono i farmaci, come è possibile associarli. E’ un libro che viene definito un “long seller”.

Qual è il messaggio del libro?

E’ un messaggio di ottimismo, di possibilità, di speranza. Non a caso il sottotitolo “Manuale per un uso ottimistico delle cure e dei servizi” indica che si può guarire. In questa terza edizione io racconto di un ragazzo studente di architettura che dice che da quando ha avuto la malattia ha cominciato a scontrarsi con un muro altissimo che lo separava dagli altri, e ci ha sbattuto contro facendosi male. Poi, con l’aiuto della sua famiglia, dei servizi, intravedendo delle possibilità ha imparato che questo muro, piuttosto che sbatterci la testa , poteva cominciare piano piano a picconarlo, perché comunque alla fine sarebbe riuscito a buttarlo giù. E’ questo il senso del libro: dare in termini concreti, reali, ma non “miseri”, tutte le conoscenze scientifiche che abbiamo sul disturbo schizofrenico, ma modulandole strategicamente e tatticamente per un uso che le persone possono fare per poter affrontare questo problema.

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