dal Corriere della Sera: Si dà fuoco cercando di liberarsi dal letto. In fiamme l’intero reparto di psichiatria
L’uomo sottoposto a Tso, con un accendino voleva bruciare le cinghie: gravemente ustionato è in rianimazione
ROMA – Un paziente ustionato, cinque intossicati, un reparto sotto sequestro. E’ il bilancio drammatico della notte di fuoco all’ospedale San Paolo di Civitavecchia, comune del litorale nord del Lazio. Troppi al momento i lati ancora da chiarire dell’incendio, che poteva avere conseguenze ben più tragiche. A scatenare il rogo è stato il folle gesto di un degente 57enne del luogo, sottoposto a Tso, il Trattamento Sanitario Obbligatorio, della durata di 48 ore, riservato a pazienti che rischiano di farsi del male o farlo ad altri. L’uomo, seppur in parte legato ad alcune cinghie, è riuscito a impossessarsi, per motivi ancora da appurare, di un accendino. Un’arma letale nelle sue mani.
ALLARME NON FUNZIONANTE – A notte fonda, intorno alle 2.30, l’uomo ha appiccato il fuoco alle cinghie che lo tenevano fermo, probabilmente con l’intento di liberarsi. Le fiamme però sono divampate sul materasso e hanno avvolto immediatamente il paziente, per poi propagarsi in breve agli arredi e al materiale altamente infiammabile che ricopriva le sale del reparto psichiatrico. L’allarme antincendio però non sembra essere scattato, secondo i primi rilievi. In soccorso dell’uomo sono intervenuti due medici, due infermieri e la guardia giurata del San Paolo, che non senza difficoltà, si sono fatti strada tra le fiamme e hanno portato in salvo il 57enne.
FUMO ED EVACUAZIONE – Solo il pronto intervento dei vigili del fuoco di Civitavecchia ha permesso di contenere i danni del devastante rogo. Gli altri dieci pazienti ospitati dal reparto di psichiatria sono stati evacuati: intossicati i cinque membri del personale che hanno aiutato il paziente sotto Tso. L’uomo ha riportato gravi ustioni e lesioni ed è stato trasferito in rianimazione. Secondo i primi rilievi dei Carabinieri di Civitavecchia le porte e il sistema antincendio non avrebbero funzionato a dovere, facendo scattare l’allarme con grave ritardo: sotto accusa in particolare il malfunzionamento dei rilevatori di fumo.
SOTTO SEQUESTRO – I pazienti del reparto sono stati trasferiti in un’altra ala dell’ospedale, mentre la stanza dove si è sviluppato il rogo è stata posta sotto sequestro, insieme alla centralina del sistema antincendio. Sulle modalità con cui il paziente sia riuscito ad arrivare ad un accendino e sui possibili guasti al sistema di sicurezza, è stata aperta un’inchiesta da parte della direzione sanitaria del San Paolo come dagli investigatori dell’Arma. «Stiamo verificando tutto, – assicura il commissario straordinario dell’ospedale, il dottor Giuseppe Quintavalle – dai danni riportati dal reparto ai controlli sul sistema antincendio che, come riportato dai documenti in nostro possesso, è stato testato dalla ditta competente solo il luglio scorso».
UN ACCENDINO DI TROPPO – Il commissario straordinario, arrivato ad aprile al San Paolo, ha chiesto ai suoi tecnici un’indagine interna approfondita anche in merito al modo in cui il paziente si sia procurato l’accendino. «Qualcuno glielo ha dato? Un altro paziente o esterni, non sappiamo ancora. – aggiunge Quintavalle – Attendiamo fiduciosi l’esito delle indagini delle forze dell’ordine. Al momento la centralina è nelle loro mani: se ci sono stati dei ritardi bisogna appurare se il sistema antincendio funzionasse o meno, se si sia verificato un guasto o altro. Le perizie ci chiariranno molti aspetti di questo tragico episodio: la nostra preoccupazione sono le condizioni del paziente».
12 agosto 2013 | 14:34
(Vedi articoli su altri giornali: https://news.google.com/news/story?ncl=dZX357lJeHEDSjMI4tg36dkiTptCM&hl=it&ned=it)