Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di rompere il silenzio sulla situazione degradata e degradante della psichiatria a Terni. Gianfranco Colasanti, attivista dell’Unmil – l’associazione cui si deve, alla fin fine, l’emersione dello scandalo dell’inceneritore dell’Asm – è andato a rompere le uova nel paniere all’inaugurazione del negozio che propone gli oggetti realizzati dai pazienti psichiatrici, denunciando la condizione indecorosa del “repartino”, interno all’ospedale “Santa Maria”, per le situazioni urgenti che richiedono un ricovero, forte di una documentazione fotografica che mostra una sorta di prigione più che un reparto ospedaliero, con tanto di porte chiuse con le catene, totale promiscuità anche per quanto riguarda l’unico bagno, e una dubbia igiene. Non si tratta di una sistemazione provvisoria, sono 30 anni che lì vengono ricoverati i pazienti che vivono una crisi acuta, quando non sono curabili a livello domiciliare o ambulatoriale, a seguito di una decisione propria o della famiglia, o di un trattamento sanitario obbligatorio. Il deterioramento è tale che lo stesso assessore regionale alla sanità Maurizio Rosi non ha esitato a dire recentemente che «il repartino di Terni è la più grossa vergogna dell’Umbria». Il direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl dottor Alberto Antonini non ha paura di ammettere che là dentro «non ci sono i requisiti per dare una dignità alle persone che si ricoverano per problemi psichiatrici» e dimostra di essere ben consapevole che purtroppo i problemi e le patologie delle persone disagiate «vengono trattati in modo diverso rispetto a qualsiasi altra malattia». Ora, è vero che questo è un problema addirittura secolare per la psichiatria, che ha dovuto lottare fin dall’età classica per legittimarsi come disciplina scientifica, e che, malgrado la riforma del 1978 n. 180, nota come legge Basaglia, sopravvivono in Italia situazioni di gran lunga più allucinanti, con pazienti nudi, denutriti, lasciati per giorni e giorni in letti di contenzione, e che defecano sul pavimento, ma tutto ciò non permette di cavarsela a Terni con l’ennesima promessa di trasferire i pazienti in altri locali, alquanto aleatoria dal momento che non c’è un euro per questa operazione. E ancora, la situazione del “repartino” è solo la manifestazione più indecorosa della pratica psichiatrica nella nostra città. Ancor prima della legge 180 un gruppo di medici ed infermieri estremamente motivati aveva cominciato a sperimentare la “nuova psichiatria”, alternativa ai manicomi. L’allora Centro di Igiene Mentale si batteva per sottrarre le persone all’istituzionalizzazione negli ospedali di Perugia o di Rieti, tanto famigerati da essere entrati nel linguaggio popolare con proverbi e storielle, affrontando il malessere psicologico nel contesto familiare e sociale dei pazienti, andando nelle case, facendo riunioni con il vicinato e così via, nella consapevolezza che un disturbo psichiatrico non piove dal cielo, ma ha complesse cause, soltanto in piccolissima parte biologiche, ma soprattutto sociali e relazionali. Se l’inizio fu all’insegna dell’entusiasmo, dopo pochi anni cominciò un deterioramento drammatico, con utenti che affollavano le sale d’attesa e i medici barricati nelle loro stanze, nella difficoltà, per ragioni soggettive di competenza, per carenza di organico e per mancanza di risorse con cui dare risposte di natura sociale, come alloggio e lavoro. Poi è venuto il tempo delle convenzioni con le cliniche private, dove si praticano elettroshock a go go, senza alcun controllo da parte dell’Asl e del servizio psichiatrico, e con le cooperative sociali, che gestiscono meglio che possono le strutture residenziali e i gruppi appartamento, con un elevatissimo turn over, stipendi in ritardo di mesi e l’indicazione dei medici di trattare ogni problema o conflitto con psicofarmaci in dosi da cavallo. Per questo è ancora una volta meritoria l’azione dell’Unmil, che ha cominciato così a scoperchiare un ambito della Sanità locale pieno di vergogne.

Enrico Cardinali

tratto da: http://www.ternimagazine.it 19/11/2009

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