slegaloPrimo rapporto sui diritti negati dalla pratica del legare coercitivamente i pazienti psichiatrici in SPDC

di Giovanna Del Giudice

Ad un anno dal lancio della campagna nazionale …e tu slegalo subito per l’abolizione della contenzione a partire dai servizi psichiatrici, una ricerca promossa da “A buon diritto” concorre ad aggiungere ricchezza scientifica all’iniziativa.

La ricerca si incentra sulla contenzione meccanica -l’immobilizzazione parziale o totale della persona “in cura” attraverso mezzi meccanici- che è tra le limitazioni della libertà personale attuate ancora nei servizi socio sanitari -porta chiusa, spoliazione da oggetti ritenuti pericolosi, videosorveglianza, regole rigide sull’uso del telefono, sul fumo, sulle visite- quella che più interroga dal punto di vista giuridico ed etico (Comitato Nazionale di Bioetica 2015).

Nell’introduzione Luigi Manconi definisce quale obiettivo dello studio l’implementazione della conoscenza intorno alle “motivazione e ai fattori di rischio che determinano e giustificano” la contenzione meccanica onde “contribuire a promuovere l’elaborazione di strategie e pratiche di prevenzione”.

Si tratta di una ricerca interdisciplinare, primo tratto di un percorso che l’associazione intende intraprendere, che interroga l’ambito giuridico e normativo, anche con uno sguardo ad altri paesi europei, che analizza i nodi cruciali della contenzione, le pratiche dei servizi in particolare dei servizi psichiatrici ospedalieri di diagnosi e cura, i fattori di rischio e di protezione, e avvia un’indagine sulle biografie di persone che hanno subito la contenzione (leggi tutto)

Per leggere la ricerca dell’associazione “A buon diritto”:

http://www.abuondiritto.it/it/privazione-della-libert%C3%A0/slegami/1692-contenere-la-contenzione-meccanica-in-italia.html

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