In certi posti dicono che li fissano. Fissare, secondo la Treccani, significa rendere stabile, fermo, fisso. Si fissa l’imposta, il coperchio, ma anche il colore di un quadro o dei capelli. In termini figurati si fissa un viaggio o la residenza. Per estensione si fissa una persona, con lo sguardo.
In quei posti le persone le fissano, ma non con lo sguardo. Con lacci e fascie e corpetti. Li fissano sui letti del reparto psichiatrico.
Il regio regolamento sui manicomi (1909) li chiamava mezzi di coercizioneed affermava che andavano aboliti, usati solo eccezionalmente ed in tal caso documentati su un registro.
Nella maggior parte degli SPDC (Servizi psichiatrici di ricovero ospedaliero) la situazione non è cambiata. Il termine in un uso è quello di contenzione meccanica. La si usa più o meno eccezionalmente. Quello che nel 2016 è “migliorato” è il modo di registrazione. Si utilizzano linee guida regionali.
Un recente parere del CNB (Comitato nazionale di bioetica) rompe il tabù e definisce il fissare, il contenere una persona con mezzi meccanici con il termine appropriato di legare. Così che tutti capiscano di cosa stiamo parlando.
Legare significa esercitare una violenza. L’esercizio della violenza nelle società moderne è riservato allo Stato. Lo scopo è quello di sottrarla all’uso che il più forte può farne verso il più debole, e perchè venga esercitata solo da chi ne ha l’autorità, nel rispetto della legge.
L’Italia ripudia la guerra. La libertà personale è inviolabile. Sono i limiti posti dalla Costituzione all’esercizio della violenza da parte dello Stato. I casi eccezionali in cui per ragioni di urgenza l’autorità di pubblica sicurezza può agire riducendo la libertà personale devono essere espressamente indicati dalla legge.
Pace, diplomazia e giustizia dovrebbero essere gli strumenti normali di risoluzione dei conflitti. Purtroppo in molti reparti di psichiatria non è così. Non si applica la Costituzione ma il regio decreto sui manicomi.
Per riportare la psichiatria nell’alveo della Costituzione repubblicana è stata lanciata la campagna nazionale per l’abolizione della contenzione. Ha uno slogan : “E tu slegalo subito” che richiama alla responsabilità di ciascuno di noi, in particolare se titolare di una qualche forma di potere pubblico, come accade allo psichiatra.
Sul sito www.slegalosubito.com è possibile leggere l’elenco dei promotori, il testo dell’appello e soprattutto aderire alla campagna.
Il senso generale della campagna nazionale per l’abolizione delle contenzioni è che essendo dimostrato che si può fare a meno delle contenzioni (vedihttp://rossi-mantova.blogautore.repubblica.it/2015/11/17/convivenza-e-no-restraint/ ) è giunto il momento che lo si faccia dappertutto. Così come è opportuno che il singolo operatore possa dichiararsi obiettore di coscienzarispetto all’uso delle contenzioni, senza poter essere punito o discriminato per questa scelta.
Naturalmente la campagna nazionale per essere efficace deve articolarsi neiterritori.
E’ compito di chi già non usa più le contenzioni rendersi disponibile. Dare sostegno sia ai servizi che vogliano intraprendere il percorso, che ai singoli operatori che vogliono imparare come si fa.
Mantova città ha un servizio psichiatrico che da tanto tempo non lega le persone, la cui esperienza potrebbe essere utilizzata. A partire dagli altri due servizi psichiatrici (a Castiglione delle Stiviere ed a Pieve di Coriano) e dall’ex ospedale psichiatrico giudiziario (ora sistema polimodurale di rems) di Castiglione, dove non risulta (per i dati parziali che conosco) che le contenzioni siano state superate. Resto perplesso di fronte al fatto che questa struttura, da sempre definitasi all’avanguardia, non abbia affrontato e risolto il problema delle contenzioni. Mentre ci sono riuscitii vecchi OPG ( Reggio Emilia e Montelupo Fiorentitno) e nuove rems ( Bologna e di Parma) sulla carta meno avanti di Castiglione.
Sarebbe bello che a Mantova l’adesione alla campagna per l’abolizione delle contenzioni si sostanziasse nella produzione di linee guida per la pratica non coercitiva della cura in psichiatria da proporre a tutti gli SPDC lombardi e che tali linee guida venissero applicate anche negli SPDC di Castiglione delle Stiviere e di Pieve di Coriano e nell’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione, superando la “procedura generale di gestione della contenzione fisica dei pazienti psichiatrici” oggi in vigore.
Sarò insistente, ma preferisco che mi si dia del fissato per questa insistenza contro le contenzioni, che sapere di persone che stanno male e per questo vengono fissate ad un letto.