Occorre capire cosa sta succedendo all’assistenza psichiatrica in Italia. Questo libro di Fiorentino Trojano, psichiatra, direttore del modulo dipartimentale salute mentale distretto Acireale-Giarre, fornisce una riflessione documentata sulla realtà della Sicilia. I dati, le tabelle, la puntuale pubblicazione delle leggi, dei piani sanitari, delle linee di indirizzo non possono non rimandare il nostro sguardo su quanto accade nel resto del nostro paese. Dice delle carenze e delle mancate risposte, prima nascoste e rinchiuse dentro le mura dell’Ospedale Psichiatrico, e cerca di individuare gli strumenti per intervenire sui drammi e le sofferenze delle persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale e delle loro famiglie. Contribuisce a una corretta interrogazione sulla crisi non più trascurabile dell’assistenza psichiatrica nella regione, e in Italia. In Sicilia nel 2014 dopo 36 anni dalla legge180, nelle strutture residenziali sanitarie (Comunità Terapeutiche Assistite) e socio-sanitarie (Comunità Alloggio) vi sono circa 3300 persone quasi lo stesso numero, 4400 ricoverati, rilevati negli Ospedali Psichiatrici pre-riforma , più di 6 posti letto per diecimila abitanti, almeno 4 volte superiore a quanto previsto dal progetto obiettivo 1998/2000 e certamente in eccesso rispetto a una coerente ed equilibrata distribuzione delle risorse. In controtendenza rispetto al resto d’Italia aumenta il numero dei TSO. La media nazionale si attesta intorno a 18% mila per anno, in Sicilia sale fino al 32 % mila. I Servizi psichiatrici di diagnosi e cura sono sempre sovraccarichi, le porte chiuse ed è frequente il ricorso alla contenzione. Molto spesso le persone in trattamento sanitario obbligatorio vengono accolte in città lontane dai territori di appartenenza. Questi dati scarni sono sufficienti a cogliere la drammaticità del quadro. E pure la regione Sicilia si era dotata per tempo di una legislazione attenta a tradurre sul piano locale le indicazioni della legge 180. Una legislazione che concepisce servizi psichiatrici in una logica di salute mentale tanto che i servizi territoriali vengono creati sin dal 1981 e integrati con la neuro psichiatria infantile. Punti di assistenza territoriale numerosi vengono istituiti in tutto il territorio regionale e la presenza di operatori per abitanti è riuscito a mantenersi intorno a uno per 1500. A dispetto delle buone disposizioni un modello di salute mentale comunitario non è mai riuscito ad affermarsi. La dissociazione tra le leggi, i piani regionali che si sono susseguiti, una discreta disponibilità di risorse e le pratiche è più che mai evidente. Si è affermato un Dipartimento di salute mentale basato su un modello di intervento ambulatoriale. La fragilità dei centri di salute mentale è evidente. La residenzialità è diventata così, in un inestricabile rapporto col privato, sociale e mercantile, l’elemento caratterizzante del modello di assistenza. In questo quadro, inevitabilmente, il numero complessivo degli operatori tende ad aumentare per l’incremento delle strutture residenziali/riabilitative (CTA) a scapito degli operatori del territorio che invece sono andati progressivamente diminuendo assieme a un consumo non più controllabile di risorse. Dispositivi di controllo, di verifica e di valutazione sono pressochè inesistenti o di fatto inefficaci. Il lavoro di Trojano mette in evidenza anche la lentezza, la resistenza si direbbe, dei contesti politici, sociali e culturali sicuramente non favorevole ai processi di cambiamento: dal ritardo nello sviluppo del movimento cooperativo e allo scarso peso che dipartimenti, aziende e regione hanno riconosciuto alle associazioni dei familiari. E pure numerosi sono gli operatori attenti e generosi, i giovani che vogliono impegnarsi, le associazioni creative e combattive, le esperienze di cooperazione sociale innovative e di avanguardia. Una lettura, che, al di là della stessa volontà di Trojano, non può che risultare impietosa: una politica di salute mentale che non può rispondere ai bisogni di salute, che alimenta costi sempre più elevati non compatibili con l’attuale situazione economica, che brucia risorse a sostegno di assetti organizzativi disfunzionali, che riduce le possibilità di ripresa delle persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale. La Sicilia, terra del Gattopardo, è a pieno titolo semplicemente una delle venti regioni dell’Italia delle psichiatrie.
Fiorentino Trojano – La riforma psichiatrica nella terra del Gattopardo – Bonanno editore 2015. Acireale