Alla c.a. di Giovanni Fiori
Caro Giovanni, innanzitutto la ringraziamo per averci scritto e, seppur per via epistolare, siamo lieti di averla incontrata (leggi il testo).
E’ vero, abbiamo definito la “proposta di legge 181” pericolosa e fuorviante. Lo confermiamo.
Ne abbiamo argomentato le ragioni nel testo “Sì alla legge 180, No alla proposta di legge 181”.
Se rilegge il testo del nostro comunicato (ma con calma e disponibilità al confronto), si accorgerà che è il frutto di un’attenta valutazione e, soprattutto, di un confronto con altri rappresentanti di associazioni impegnate nel campo della salute mentale (Forum Salute Mentale, Unasam, Psichiatria Democratica, Forum Droghe, Legacoopsociali e altri) che si sono pronunciati chiaramente contro la scelta fatta da “Parole Ritrovate”, condividendo la nostra posizione. Peraltro la nostra valutazione si richiama esplicitamente alla conclusioni dell’indagine sui servizi di salute mentale della commissione presieduta dal senatore Marino.
Altro che pre-giudizio, il nostro è un ben ponderato giudizio.
Ma, e forse questo è ancora più importante, si accorgerà che, proprio sulle difficoltà, sui ritardi e sulle inadempienze nell’applicazione della legge 180 (e delle norme che la seguono), e sulle sofferenze alle persone che tutto ciò comporta, le posizioni sono assai simili alle sue.
Lei stesso scrive: “Nessuno intende modificare e tantomeno cambiare la Legge 180. Anzi partendo dai pilastri che quella legge ha stabilito, la proposta Legge 181 avanza norme per una sua più completa attuazione”. Ma proprio qui c’è il dissenso su questa scelta: oltre ad essere pericolosa e fuorviante (per le ragioni già espresse), non abbiamo bisogno di una nuova legge, quella che abbiamo basta, il problema è applicarla e applicarla bene. E per farlo bisogna insistere con la mobilitazione sociale, magari attorno alla richiesta di un nuovo progetto obiettivo nazionale per garantire i LEA per la salute mentale (e quindi applicare pienamente la 180).
Caro Giovanni, lo abbiamo già scritto: le grandi Leggi, come la Costituzione e la 180, sono leggi impegnative da applicare, perché sono molto ambiziose. Sono “più avanzate” della situazione reale: indicano una strada e obiettivi da raggiungere. Per questo la soluzione non è farne di nuove, ma farle rispettare: proviamo a lavorare insieme per conquistare gli obiettivi che ci indicano.
Un cordiale saluto
Stefano Cecconi, Denise Amerini
[1] Vedi Relazione Commissione parlamentare d’inchiesta SSN : Nel contesto sanitario italiano, le normative vigenti sulla tutela della salute mentale offrirebbero sufficienti possibilità di attuazione ed organizzazione dei servizi, attraverso la filosofia di cura territoriale, individualizzata e centrata sui luoghi di vita delle persone, come delineata già dalla legge 180: dove l’applicazione della normativa vigente è avvenuta senza indugio e i servizi di salute mentale sono stati realizzati in modo efficiente, gli stessi sono stati valutati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come un modello di eccellenza internazionale; ove ciò non è avvenuto, si sono prodotte lacune, anche gravi, nella rete globale dell’assistenza sanitaria, fino a situazioni di franco degrado.