parolecheferisconoDi Lorenza Magliano

[commento apparso su Facebook e relativo a quanto accaduto a Trieste]

Con parole accorte, è necessario stabilire una maggiore collaborazione con gli operatori degli old media. Non credo che luoghi comuni e pregiudizi si riducano principalmente con i numeri, purtroppo. Occorre, io penso, valorizzare le esperienze positive (dei media, degli operatori dei servizi di cura, delle persone con disturbi mentali e delle loro famiglie) e contenere l’uso di parole che feriscono, intenzionalmente e non, chi attraversa l’esperienza del disturbo mentale. Alcune di queste parole sono usate dai professionisti dell’informazione in concomitanza con fatti di cronaca, altre – in maggioranza – sono usate per rafforzare concetti che con i disturbi mentali non hanno a che fare (la politica bulimica, la schizofrenia della Borsa). Sono queste, tra le parole che feriscono, quelle che sono almeno parzialmente evitabili. Feriscono, perché rafforzano indirettamente i luoghi comuni sulle persone con disturbi mentali (inaffidabili, pazzi pericolosi che uccidono, anche a Trieste), sono parzialmente evitabili perché il loro uso può essere ridotto sensibilizzando gli operatori dell’informazione sullo stigma, i suoi determinanti e i suoi effetti.

Write A Comment

Forum Salute Mentale
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.