“Società pericolosa” parte da Napoli, dalla contraddizione, in una prospettiva utopistica da “dopo-welfare”. Attori di mondi distanti, si organizzano, costruiscono soluzioni producendo innovazione nelle strutture istituzionali, sociali e imprenditoriali.
Si configura un campo aperto dove confluiscono sperimentazione e formazione, teorica e operativa.
Il movimento universitario “società pericolosa” (Giurisprudenza e Servizio sociale – Federico II), insieme al Direttore del Dipartimento di salute mentale dell’asl Napoli 1 Centro, ai Direttori delle carceri di Poggioreale e di Secondigliano nonché al Direttore della Borsa mediterranea del turismo, lancia due progetti pilota: “per la socialità” e “re-start”.
Questa nuova partnership trasversale ha il difficile compito di avvicinare il mondo del profit(to) a quello del no profit mediante lo sviluppo di una collaborazione efficace, in grado di apportare benefici significativi a entrambe le parti attraverso un costruttivo scambio di buone prassi.
– “per la socialità” avrà ad oggetto due momenti. Il primo, mediante il sostegno delle persone detenute con l’impegno degli studenti di servizio sociale. Il secondo, grazie all’assunzione di incarichi di difesa tecnica con la partecipazione degli studenti di giurisprudenza nei collegi difensivi.
– “re-start”: il detenuto chiude dietro di sé le sbarre del carcere e conduce il turista in città.
Si tratta di trasformare i grandi problemi sociali in risorsa, investendo sulle persone più che sugli apparati, alimentandone l’autonomia, saldando legami fruttuosi fra bisogni e opportunità.
Una nuova visione politica in cui si socializza la cultura producendo benessere.
Si ricomincia dalla vita.