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collana 180

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Collana 180

Questo libro scritto da Gloria Nemec – docente e ricercatrice di Storia sociale – analizza per la prima volta le fonti medico psichiatriche nel grande Ospedale psichiatrico provinciale di San Giovanni a Trieste e mira a integrare il quadro dell’accoglienza cittadina, soprattutto nei confronti di coloro che fecero più fatica a riassorbire i cambiamenti, a superare le fratture della loro storia e le minacce alla loro identità.

Collana 180

«Riabilitazione collettiva che fu l’atto con il quale per la prima volta nella nostra storia civile ogni cittadino nessuno escluso poté essere riconosciuto legalmente e “banalmente” cittadino. Non era così (per i matti) per sanzione giuridica, per esclusione ideologica, per istituzionale definizione, per annullato diritto. Da allora a nessuno poté essere negato questo statuto: cittadino».
Franco Rotelli

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«Nel momento in cui il malato è diventato persona abbiamo colto per la prima volta la possibilità della guarigione. Ci fu chiaro allora che non avevamo parole per dirlo. Dovevamo comunicare, fornire conoscenze, narrare altrimenti la storia delle persone. Non è stato facile liberarsi dal linguaggio e dal pessimismo della psichiatria per riportare nel quotidiano le parole per dire, per spiegare, per comprendere.»
[Peppe Dell’Acqua]

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Frutto di riflessione individuale e collettiva, questo libro conclude il lavoro di una ricerca avviata all’interno di un Centro di salute mentale di Trieste. Il confronto tra persone con esperienza e operatori dei servizi ha approfondito la riflessione intorno al disturbo mentale, alla sua natura, ai modi singolari di affrontarlo e alle possibilità di guarigione.

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«…la presenza di questo contributo segna il valore di questo lavoro: perché non solo contribuisce a restituire l’ampiezza, l’intensità e l’estrema onestà intellettuale del dibattito da cui il scaturisce e di cui si alimenta, ma appare sorretta da un unico e comune impegno di primario riconoscimento e valorizzazione dell’irrinunciabile dignità di ogni persona, per tutti presupposto indefettibile della ricerca della migliore qualità degli interventi di cura».
[dall’introduzione di Barbara Pezzini]