(ANSA) – Torino, 25 Nov (Ansa)- L’aveva fondato lui stesso, nel 1898, con il nome di ”museo di psichiatria e criminologia”, per documentare con prove tangibili le sue teorie sull’aspetto fisico dei criminali. E dopo anni di restauri e di accesso riservato al personale universitario, il Museo di Antropologia criminale dedicato a Cesare Lombroso riapre al pubblico. I 400 teschi della collezione Lombroso, fra cui anche quello del brigante Giuseppe Villella, che servi’ allo studioso per elaborare la teoria della ”fossetta occipitale mediana”, un’anomalia della struttura cranica che per Lombroso era alla base del comportamento deviante. Reperti anatomici di ”folli, matti e criminali”. Disegni, foto, corpi di reato, produzioni artigianali di detenuti del secolo scorso; la forca di Torino, in funzione sino all’ultima impiccagione, nel 1865; i paramenti di Cervo Bianco, celebre impostore che incanto’ l’Europa raccontando di essere un gran capo indiano. Sono i pezzi da non perdere tra i reperti favolosi e macabri in mostra al museo Cesare Lombroso. ”Ma non e’ un museo dell’orrore”, ci tiene a precisare Giacomo Giacobini, coordinatore del progetto di ”Museo dell’Uomo” di cui la collezione Lombroso fara’ parte. Piuttosto la testimonianza di una stagione positivista della scienza di cui Torino e’ stata un cuore pulsante, a partire dal salotto di Cesare Lombroso. Che guarda il visitatore, a distanza di piu’ di un secolo, dalle teche del museo: in un bagno di formalina c’e’ anche la sua testa, perfettamente conservata immersa in un vaso di vetro. Il nuovo allestimento, progettato dall’architetto Massimo Venegoni, si puo’ visitare dal 27 novembre. Fisicamente, nella nuova sede di via Pietro Giuria 15, dal lunedi’ al sabato con orario 10-18. O virtualmente: la visita online del museo e’ disponibile sul suo sito, www.museounito.it/lombroso.

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