Le questioni proprie dei servizi di salute mentale si ripropongono con particolare drammaticità in riferimento ai minori, agli anziani, alle persone disabili, ai tossico dipendenti…. Attraversano in sostanza le “aree ad alta integrazione socio-sanitaria” e si ripropongono sull’intero campo del servizio sanitario in Italia.

Nell’area dei bambini e degli adolescenti, così come di nuove patologie delle libertà non si creano servizi interdisciplinari capaci di mettere a frutto quel che una buona organizzazione dei distretti socio-sanitari potrebbe offrire.

Atti legislativi fondamentali hanno definito i livelli essenziali di assistenza attribuendo ai Distretti la titolarità dello stato di salute della popolazione. Lo sviluppo però dei servizi e delle pratiche connesse è stato deficitario: solo in poche Aziende Sanitarie i Distretti si sono strutturati  come servizi “forti”. Servizi cioè in grado di farsi carico della salute complessiva dei cittadini di un’area territoriale, o meglio di una comunità; forti perchè dotati di autonomia tecnico-gestionale, economico-finanziaria e di tutte le risorse necessarie.

Anche laddove i Distretti si sono sviluppati a volte non si sono radicate “buone pratiche” territoriali: i servizi piuttosto che sostenere la persona nel proprio habitat, garantendole livelli di benessere adeguati, hanno  prodotto abbandono e malessere.

Questo malessere ha contribuito a determinare cambiamenti poco significativi nella domanda di salute dei cittadini che continuano a rivolgersi prevalentemente all’ospedale, delegando a questo la responsabilità del percorso di cura.

I dirigenti e gli operatori del Distretto, formati prevalentemente sul modello medico-igenistico e medico-legale, non vedono o trascurano gli elementi di contesto fondamentali nella scelta terapeutica; non attivano quelle reti formali ed informali che, se presenti, possono garantire il raggiungimento di un risultato complessivo; non ipotizzano gli eventuali sviluppi derivanti dal coinvolgimento e dalla partecipazione di altri soggetti nei percorsi di salute; alla fine non immaginando nuove possibilità sono i primi a sentirsi rassicurati dal ricorso all’ospedale.

In questi due giorni di discussione ci aspettiamo molti interventi su questo tema che diano la possibilità di modulare e di articolare proposte per mettere le basi per la costituzione di un Forum per la Salute più ampio ed articolato.

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