Un mondo a colori è il tema della prossima edizione del Premio città di Trieste. Silva Bon vi partecipa con questo testo scritto in occasione della Giornata della Salute Mentale. Un testo che invoca l’azzurro, il colore più profondo, più immateriale. Un muro dipinto d’azzurro, è stato osservato, non è più un muro. E non a caso il muro dei manicomi è stato abbattuto da Marco Cavallo, dipinto d’azzurro, per regalare, a chi era stata negata, la luce…

La luce che schiarisce le tenebre, riporta a vivere momenti lontani, arcaici, assolutamente mitici, totalmente intrisi di religiosità. Riporta al principio, quando inizia la Storia delle Storie …

Riporta al Mistero della Creazione. 

Riporta al Dono di Prometeo: la fiamma rossa del fuoco che allieta il genere umano. E dà sollievo alle paure, alle angosce: nate, generate dal nero incombente su notti di terrore.  

Una negritudine incapace di dare risposte alla disperazione umana. 

Dopo l’occaso del sole, la domanda inquieta sembra – oppure è (?) – totalmente muta.

Dove finisce la Luce, quando si dissolve nelle mille rifrazioni di un arcobaleno che sparisce dietro, sotto, l’orizzonte? È ancora possibile un suo ritorno? 

Il poeta indica la strada: L’altrove è là. La Vita è là.

Luce luminosa. Come metafora, simbolo di possibilità. Contro l’inferno nero, denso, di ogni orrore.

Il nero è non – colore. Negazione di colore. 

Perché avvolge, copre, dissimula, protegge le tenebre dell’odio.  

E i discorsi di odio invidioso diventano invidia gialla, che si fa azione odiosa, accadimento perverso, realtà sadica. Il reale, allucinato e allucinante.

L’odio giallo trascina ineluttabilmente alla cancellazione violenta dell’Altro, fatto nemico, violato, stuprato, torturato, messo a morte.

Cancella ogni responsabilità, ogni consapevolezza, in una deprivazione/depravazione assoluta?

Dove è l’equilibrio? L’attimo colorato di arancio?

Il difficile equilibrio. Una pausa, quasi eroica. Costruita su stabilità, su certezze. Contro le continue oscillazioni – là precari e insicuri, in bilico su una corda tesa, simili a miseri giocolieri sulla piazza del villaggio, il giorno della festa (?).

Dove è il colore addolcente dell’Arancio?

E la verde Speranza? Che riposi la vista? Che riposi lo sguardo, affaticato da turbini di immagini insostenibili? Che si posi sul verde incontaminato di prati, di boschi? Che si inebri di profumi fioriti?

Ma l’Azzurro, lentamente, vede incedere l’Alba. Si apre alla apparizione folgorante della Luce. 

È l’Aurora dalle rosee braccia, cantata da Omero, il ritorno alla vita.

Trieste, 10 ottobre 2023
Martedì, ore 11.30
Giornata Mondiale della Salute Mentale