cavallcafor5 – Le ragioni del viaggio di Marco Cavallo nel mondo di fuori.


ART 27  Costituzione

La responsabilità penale è personale.

L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte.

ART 32 Costituzione

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Nel 1991 e nel 1996 il prima senatore e poi deputato Franco Corleone presentò un disegno di legge dal titolo: «Imputabilità del malato di mente autore di reato e trattamento penitenziario del medesimo»[1], che riprendeva la proposta di legge del senatore Vinci Grossi del 1983 depositata durante la IX legislatura. Per un approfondimento su quello che è stato l’iter legislativo, le ragioni della richiesta di abolizione dell’istituto della non imputabilità e quindi le possibili “vie d’uscita” dagli OPG, rimandiamo all’articolo di Corleone pubblicato sul Forum nell’agosto 2012: «La rimozione dell’ospedale psichiatrico giudiziario»[2]

Oggi, a poche settimane dalla partenza di Marco Cavallo che scalpita perché vuole aprire tutti i manicomi giudiziari, ci pare doveroso per «riafferrare davvero il senso di questo viaggio»[3] riproporre all’attenzione di tutti questo disegno di Legge, nella speranza di aprire una riflessione e discussione collettiva che sia capace di smuovere quelle coscienze in grado di portare a termine una riforma che, se non viene supportata, difficilmente vedrà un’attuazione.

Questa «scandalosa proposta»[4], semplice e prorompente, riafferma che l’art 27 della nostra  Costituzione deve essere garantito a tutti, anche e soprattutto a chi ha commesso un reato grave e presenta seri problemi di salute mentale. E’ forse scandalosa per questo e quindi da tenere chiusa per tutti questi anni nei cassetti del Parlamento? O forse perché sostituendo l’art 88 e abrogando l’art 89 del Codice Penale (vizio totale e vizio parziale di mente) riconosce la persona con disturbo mentale che ha commesso un reato capace di intendere e di volere, quindi imputabile e soggetta alle pene previste dal codice penale? Qual’ è dunque il senso di avere tutt’oggi una legislazione speciale? Legem brevem esse oportet, quo faciulius ab imperiti teneatur, diceva Seneca: è necessario che la legge sia breve affinché sia tenuta in considerazione da coloro che non sono esperti.

Pare difficile, a detta dell’autore di questo Ddl, parlare del tema dell’imputabilità e della pericolosità, quasi a sottolineare una funzione, da parte delle istituzioni restrittive, di discarica sociale. Tanto è vero che, secondo questo modello culturale, nell’art. 222 C.P., che il ddl Corleone ha intenzione di abrogare, insieme alle persone a cui è riconosciuta l’infermità psichica si ordina il ricovero a coloro che sono stati prosciolti dal processo per intossicazione cronica da alcool, da stupefacenti, ovvero per sordomutismo (!), qualora la pena stabilita dalla Legge per i delitti colposi o dolosi commessi sia superiore a 2 anni. Tra l’altro, tale articolo pone un tempo di internamento minimo di 2 anni, senza prevedere un termine. Questo crea un unicum ulteriore nel nostro Ordinamento in aperta contraddizione, come esposto dallo stesso Corleone, con il riconoscimento della transitorietà del disturbo psichico.

Un altro dei punti della proposta di Legge che a noi sembra fondamentale sottolineare è la territorializzazione dell’assistenza alle persone cui è stata riconosciuta l’infermità psichica: secondo l’articolo 14 del ddl Corleone, che aggiunge all’art. 13 della L. 26 luglio 1975 n. 354 l’art. 13-bis, infatti, deve essere a carico dei Servizi Territoriali del luogo in cui viene eseguita la pena l’assistenza alla persona, in un regime alternativo al carcere. Questo evidenzia due aspetti: il primo è la necessaria assunzione di responsabilità da parte dei Servizi di situazioni non direttamente controllabili ambulatorialmente, come troppo spesso capita nei nostri CSM, con progetti terapeutici individualizzati; il secondo è la comparazione dell’infermità psichica a quella fisica, cosa che rende dunque possibile l’esecuzione della pena in regime di misura alternativa al carcere. La centralità di questo aspetto è sottolineata dal riappropriarsi da parte della società del dovere di rieducazione e di cura che essa deve alle persone autrici di reato, tutte, inferme o no. E’ forse questo il punto che più fa temere questo disegno di Legge?

Lasciamo al Legislatore e ai Giuristi la disamina degli altri articoli della proposta: questi sono quelli che ci sono apparsi come principali. Noi giovani, appartenenti alla generazione che è stata definita “senza futuro né speranza”, vogliamo lottare affinché non si perdano più determinati appuntamenti con la storia.

Oggi quindi, 40 anni dopo la sua prima «corsa furibonda alla conquista di quel pezzo di azzurro e di verde oltre la porta principale del manicomio»[5],  sosteniamo Marco Cavallo nel portare avanti questa sfida: chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dire no ai miniOPG/manicomi regionali, aprire i CSM 24h/7 giorni con personale adeguatamente preparato, motivato, formato.

Il cavallo c’è ancora, anzi il simbolo, il significato, ciò che è resta e cresce. Non occorre più oggi spiegare cosa sia questo gigantesco cavallo azzurro, dovunque va, nelle scuole coi bambini, al festival nazionale dell’unità, in giro per le mostre, le fiere, i mercati, è una grande macchina teatrale. Il cavallo è azzurro, è il colore del cielo, è il colore del mare, è il colore, dicemmo allora, della LIBERTA’.[6]

Giulia Bordi e Daniele Garino


[1] Proposta di legge n. 151 d’iniziativa del deputato Corleone, presentata il 9 maggio 1996, Atti parlamentari,           Camera dei Deputati, XIII Legislatura. Disegni di legge e relazioni. Documenti, 6.     www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/pdf/0151.pdf

[2] CORLEONE F. “La rimozione dell’ospedale psichiatrico giudiziario”, (pubblicato 10 agosto 2012, consultato 27 ottobre 2013).

https://www.news-forumsalutementale.it/la-rimozione-dell%E2%80%99ospedale-psichiatrico-giudiziario/

[3] DELL’ACQUA G. “Per riafferrare il senso del viaggio” (pubblicato 19 ottobre 2013, consultato 27 ottobre           2013) https://www.news-forumsalutementale.it/per-riafferrare-il-senso-del-viaggio/

[4] CORLEONE F. Op cit.

  1. [5] G. DELL’ACQUA, “Non ho l’arma che uccide il leone, trent’anni dopo torna la vera storia dei protagonisti del cambiamento nella Trieste di Basaglia e nel manicomio di San Giovanni”. Prefazione di Franco Basaglia. Disegni di Ugo Guarino. Interventi di Roberto Mezzina, Franco Rotelli, Pieraldo Rovatti, Giuliano Scabia, Stampa Alternativa, [1980],Viterbo, 2007, cit p. 152.

[6] Ibidem, p. 154.

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