(Da sinistra la deputata Vanna Iori, il senatore Luigi Manconi e lo psichiatra Peppe Dell’Acqua)
(Da sinistra la deputata Vanna Iori, il senatore Luigi Manconi e lo psichiatra Peppe Dell’Acqua)

Il 17 ottobre 2015, sono entrato nell’Opg di Reggio Emilia con il senatore Luigi Manconi, Presidente della commissione per i diritti Umani. Inutile che vi descriva i luoghi e le atmosfere. Abbiamo fatto visita ad Antonio M., un giovane vicentino, appena ventenne, da 2 anni sottoposto a misura di sicurezza ( e altri 3 dovrebbe “scontarne”) e internato prima a Castiglione delle Stiviere e dallo scorso ottobre a Reggio. Della sua vicenda puoi leggere  su forum che si è occupato sempre di questa storia insensata (https://www.news-forumsalutementale.it/la-storia-minima-di-…/). Speriamo ora che si esca dalle insensatezze delle procedure dell’internamento e delle psichiatrie della pericolosità e che Antonio posa rapidamente accedere alla misura alternativa e al programma terapeutico già predisposto per lui. Il Presidente Manconi ha ascoltato molti internati e detenuti. Oggi in questo Opg ci sono poco meno di 70 persone tra detenuti e internati. Nel novembre 2013, Marco Cavallo ne aveva incontrato 175. Più che dimezzati. La legge 81sembra aver già prodotto tanto e tantissimo bisogna ancora fare. All’attenzione del presidente la presenza degli internati veneti, circa 20, per i quali quella regione continua colpevolmente a non elaborare programmi di rientro.

Ps

Il reato di Antonio, colluttazione con il giovane psicologo che lo seguiva da anni, fosse stato giudicato nel merito, avrebbe comportato un pena minima e la sospensione. La presunzione della pericolosità sociale ha avviato un percorso che si è rivelato devastante, una via senza uscita. Una inimmaginabile insensatezza. Quando cominceremo a discutere seriamente dell’abolizione della misura di sicurezza? Quando abbandoneremo finalmente negli archivi degli orrori lombrosiani la pericolosità sociale?

Di seguito la cronaca dell’incontro dalla “Gazzetta di Reggio”

Tutta la vita tra cliniche e Opg, missione per salvare un 20enne

Ispezione della Commissione Diritti Umani del Senato alla struttura di Reggio Emilia. «Ha subìto traumi e abusi sin da bambino, ma non ha mai fatto male a nessuno» di Evaristo Sparvieri

REGGIO EMILIA. «Una biografia dolorosa e drammatica, che testimonia anche un perversione regressiva della psichiatria del nostro Paese». Salvare Oskar, 20enne internato nell’Opg di Reggio Emilia. Un nome di fantasia, come il protagonista de Il Tamburo di latta di Günter Grass. Ma protagonista di una storia terribilmente vera. È un caso definito «esemplare di disagio e di privazione della libertà» quello illustrato da Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani, e dallo psichiatra Giuseppe Dell’Acqua, allievo di Franco Basaglia e per diciassette anni direttore dei servizi psichiatrici di Trieste, che insieme alla parlamentare reggiana Pd, Vanna Iori, e all’avvocato, Francesco Marco Martino, sono stati i componenti di una delegazione che sabato ha condotto un’ispezione nell’Opg di Reggio Emilia (continua a leggere)

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