Gentile Direttore,

ho letto stamani nelle prime pagine del Corriere la cronaca del terribile raid di sangue compiuto dal ghanese Mada Kabobo. Vorrei pacatamente sottolineare alcuni i punti.

Ogni volta che una persona compie un gesto o una serie di gesti clamorosi e violenti, dei quali non si ha tempo di indagare motivazioni e spiegazioni, si invoca la pazzia, fornendo così argomenti impropri a coloro che dentro e fuori le istituzioni associano follia a pericolosità e contribuendo a rendere più difficile l’esistenza di chi soffre di disturbi psichici; i risultati della commissione Marino sugli Ospedali psichiatrici giudiziari mi pare rafforzino questo mio assunto.

Nel caso della strage di Niguarda la vittima, una bravissima persona, innocua, gentile, educata, compagno di infelicità di tante altre brave persone come lui (in Lombardia sono più di centomila), soffriva di un disturbo psichico nient’affatto lieve, come lo qualificano le cronache del Corriere, al punto che gli era stato riconosciuto l’assegno di invalidità civile, ed è stato vittima dell’aggressività di una persona nei confronti della quale non è stata formulata alcuna diagnosi di disturbo psichico.

Mi sembra invece che ancora una volta la legislazione sull’immigrazione mostri tutto il suo potenziale criminogeno. Il percorso di Mada Kabobo nel nostro paese è esemplare di quanto l’emarginazione sociale di esseri umani che vengono esclusi dal consorzio civile e relegati in un limbo foriero di violenza, sia la vera causa di un’esplosione come questa. E’ come se si caricasse lentamente una bomba a orologeria e poi, quando essa esplode, si dicesse: vedete quanto è cattiva e folle la bomba?

Virgilio Baccalini, Milano

Forum lombardo salute mentale

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