Immagine-1024x576

…ancora una proroga di 4 anni per la chiusura degli OPG,

l’inaccettabile richiesta delle Regioni…


Con una proposta emendativa alla legge “mille proroghe” la Conferenza Stato Regioni ha chiesto di apportare al “al comma 4 dell’articolo 3-ter della legge 17 febbraio 2012, n. 9” la seguente modifica: le parole: « 1 aprile 2014» sono sostituite dalle seguenti: «1 aprile 2017»”.

In buona sostanza le Regioni con un atto sconcertante chiedono di prorogare di ben 4 anni il termine per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Nella motivazione si legge: “Nonostante il fatto che le Regioni abbiano presentato, entro i ristretti termini assegnati (15 maggio 2013), i programmi per la realizzazione delle strutture sanitarie alternative agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, le stesse non saranno in grado di poter nemmeno avviare nei pochi mesi rimasti, le procedure di gara per la scelta del progettista e dell’impresa esecutrice dei lavori. Per tale motivo risulta necessaria una proroga di almeno quattro anni per realizzare le strutture alternative agli ex O.P.G. consentendo la chiusura definitiva di quest’ultimi”.

La richiesta delle Regioni al momento non è stata introdotta nella legge “mille proroghe”: al Senato, infatti, non è stato presentato alcun emendamento in tal senso.

Tuttavia questa proposta appare scandalosa e dà conto appieno della errata logica sottesa ai progetti delle Regioni, finalizzati sempre e solo alla costruzioni di nuove REMS (residenze per la esecuzione delle misure di sicurezza), e ben lontani dai principi di umanizzazione della cura, di inclusione sociale attraverso percorsi terapeuti riabilitativi territoriali.

Le Regioni chiedono di prorogare per 4 anni la condizione di illegalità in cui versano mille internati e non si preoccupano di predisporre, impiegando le risorse a disposizione, condizioni strutturali territoriali per favorire la adozione di misure di sicurezza alternative a quelle detentive.

OsservatorioCarcereE’ indispensabile una presa di posizione forte affinché non venga demandata interamente alle Regioni, alla luce di queste desolanti iniziative, la gestione della riforma dell’impianto strutturale entro il quale sono collocate e dovranno essere collocate persone private della libertà, e pure della dignità.

E’ indispensabile una vigilanza seria affinché le Regioni non solo chiedano proroghe ma creino condizioni per facilitare la dimissione dei pazienti internati inutilmente e per la applicazione di misure di sicurezza alternative con percorsi di cura ispirati alla inclusione sociale del paziente autore di reato.

Occorre prevedere non solo e non tanto una proroga per la costruzione delle REMS ma uno specifico provvedimento legislativo che crei e determini le condizioni per la applicazioni dei principi di legge e dei principi sanciti dalla Corte Costituzionale e non si occupi solo di stabilire nuovi termini per l’edificazioni di strutture ben lontane dai principi indicati.

L’Osservatorio carcere dell’Unione delle Camere Penali ancora una volta deve intervenire con forza a fronte di provvedimenti e proposte emendative lesive dei diritti delle persone detenute ed internate e della dignità delle medesime.

Qualsiasi iniziativa con le modalità proposte sarà avversata con forza dagli avvocati penalisti che da anni sulla tutela dei diritti degli ultimi non accettano deroghe o proroghe di alcun genere.

Roma, 4 febbraio 2014

L’Osservatorio Carcere – Unione Camere Penali Italiane

1 Comment

  1. pensare semplicemente di chiuderli è utopia oltre che mio modestissimo parere errato… dovrebbe semplicemente essere riorganizzato a partire da chi li gestisce. è lungo da spiegare in forma scritta, ma credetemi è impensabile volerli semplicemente chiudere, inoltre gli utenti che vengono dai manicomi in gran parte sono ultra 65enni che hanno sempre vissuto internati e che vedono quei luoghi come la loro casa. alcuni inviati in comunità sono deceduti di li a breve … quante cose bisognerebbe scrivere … spero di spiegarmi che è una realtà così complessa che è assurdo pensare di volerli chiudere per farli gestire in gruppi appartamento dove il più delle volte le cooperative che li gestiscono sono inadeguate, ma sono inadeguati anche molti appartenenti al personale infermieristico presenti negli opg, che hanno una visione del malato psichico come di un reietto. l’opg di aversa dovrebbe essere ristrutturato e non chiuso, è immenso, c’è il teatro, la palestra, dovrebbe essere utilizzato in maniera differente, molti utenti hanno alle loro spalle famiglie che non li vogliono, per cui se chiudono l’opg dove vanno nei csm? beh anche lì ci sarebbe molto da dire …sulla carta fanno terapia, nella realtà sono lì, mettono la presenza ma non fanno nulla, potrebbero essere gestiti in maniera differente, anzitutto considerando i malati psichici persone e non reietti, in secondo luogo cercando di contenere il loro malessere, invece nella realtà tutto qu

Write A Comment