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Esce l’ultimo nato della collana

Il racconto di quegli anni nel libro di Daniele Pulino rimette in gioco con urgenza parole e scelte di campo che costituirono l’orizzonte di quanti si interrogavano sulla questione psichiatrica.
Dopo Gorizia l’evidente miseria e violenza dei manicomi ai confini del mondo era stata svelata a tutti.
Il decennio che precede la legge di riforma sanitaria, sembra essere oggetto della smemoratezza che domina i nostri giorni. Come se la legge 180 con tutta la sua radicalità e con la profonda intenzione trasformativa fosse capitata per caso nella commissione presieduta da Tina Anselmi quel mattino del 13 maggio 1978. Gli anni 70 invece furono ricchissimi di ricerche, esperienze, dibattiti e conflitti che a volte sembrarono impedire qualsiasi altro sviluppo. Il racconto di quegli anni nel libro di Daniele Pulino rimette in gioco con urgenza parole e scelte di campo che costituirono l’orizzonte di quanti si interrogavano sulla questione psichiatrica.
Dopo Gorizia l’evidente miseria e violenza dei manicomi ai confini del mondo era stata svelata a tutti.
Dopo il reportage di Sergio Zavoli nessuno poteva più dire di non sapere.
Gli scandali dei manicomi di Cagliari, di Bisceglie, di Guidonia, di Collegno erano oggetto di inchieste rigorose delle maggiori testate giornalistiche. Il San Giovanni di Trieste ormai a porte aperte e in via di chiusura costituiva l’evidenza di una possibilità. Ma anche l’ospedale di Perugia, ancor prima, aveva sperimentato l’apertura e così di seguito esperienze di cambiamento diffuse al nord come al sud alimentarono forse, paradossalmente, più di Perugia, Gorizia e Trieste la spinta al cambiamento.

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